Il più grande e potente produttore cinematografico di Hollywood, Harvey Weinstein, è stato licenziato con effetto immediato dalla società che ha co-fondato, la “The Weinstein Co.”, in seguito alle informazioni che lo accuserebbero di molestie sessuali.
Lo scorso venerdì la società aveva annunciato un periodo di “aspettativa” a tempo indefinito. Tra le sue accusatrici star del calibro di Rose McGowan e Ashley Judd.
Licenziato da quel che resta del Consiglio di amministrazione, metà del quale si era dimesso subito dopo lo scoop del New York Times che per primo svelò lo scandalo, le molestie ai danni di attrici e assistenti.
“Alla luce di nuove informazioni circa la condotta di Harvey Weinstein che sono emerse negli ultimi giorni, i direttori della società – Robert Weinstein, Lance Maerov, Richard Koenigsberg e Tarak Ben Ammar – hanno determinato il licenziamento con effetto immediato”.
Harvey Weinstein, il Signore del Cinema, che nel tempo ha collezionato così tanti Oscar (tra cui Shakespeare in Love e Pulp Fiction), da costringere l’Academy a cambiare le regole per diminuire la sua influenza.
Ma mezza Hollywood si era già ribellata. Le denunce delle otto donne che lui aveva messo a tacere erano riuscite a ottenere il plauso e il sostegno di moltissimi volti noti del cinema, come Lena Dunham, Patricia Arquette e Jessica Chastain. Mentre superstar come Meryl Streep e Nicole Kidman, tutte vincitrici di Oscar legati a Weinstein, sono invece rimaste in silenzio.
Altri clienti famosi avevano minacciato invece di rompere i contatti se il loro nome fosse stato associato a quello del potente Weinstein, molestatore seriale.
“Mi rendo conto solo ora di quanto i miei comportamenti fossero sbagliati” dice il produttore, ma le sue scuse sono servite a poco.
Il fratello di Harvey, Robert, che anche lui fa parte dei vertici della società ha dichiarato: “Deputati democratici a cui mio fratello ha dato sostegno stanno rimandando indietro il denaro donato. Attori e attrici minacciano di lasciarci, il pubblico è sconvolto”.