Sono sempre più inquietanti i retroscena della strage di Las Vegas: Stephen Paddock aveva pianificando in precedenza anche un altro attacco. Secondo le ultime indagini della polizia risulta che il killer aveva prenotato una stanza in un grattacielo con affaccio sulla location del festival musicale “Life is Beautiful”, che si è svolto a Las Vegas dal 22 al 24 settembre scorso.
Ma non è tutto qui. Perché Paddock, una volta abbandonato il progetto iniziale del 22 settembre, per la mattanza del primo ottobre scorso aveva in mentre un progetto di dimensioni ancor maggiori di quello realizzato. Oltre all’arsenale trovato nella sua stanza d’albergo, la polizia ha recuperato nella sua auto ben 1.600 caricatori di munizioni e diversi contenitori di un esplosivo per un totale di 22 kg.
Durante la conferenza stampa lo sceriffo locale Joseph Lombardo ha dichiarato che Paddock non pensava al suicidio ma aveva invece progettato la fuga.
Intanto è rientrata dalle Filippine Marilou Danley, la compagna australiana, di origini asiatiche, di Stephen Paddock. Accolta e presa in consegna dall’Fbi al suo arrivo all’aeroporto di Los Angeles.
Altri dettagli intanto rafforzano l’impressione di una strage premeditata in modo scientifico, meticoloso e professionale. Il killer chiese una stanza ad un piano alto del Mandalay Bay hotel e con vista sul concerto; giovedì però la suite con due stanze al 32esimo piano non era disponibile. Vi si è trasferito due giorni dopo gratuitamente, dato che era considerato un buon cliente che puntava decine di migliaia di dollari al casinò.
Lo sceriffo Lombardo ha dichiarato inoltre che Paddock aveva piazzato diverse telecamere nelle due stante d’albergo, in modo da sorvegliare l’arrivo della polizia.
Smentita anche la prima ricostruzione secondo cui il killer si sarebbe suicidato una volta che la polizia aveva bussato alla sua porta. Paddock ha invece sparato 200 colpi d’arma da fuoco nel corridoio dell’hotel, ferendo anche alla gamba una guardia della sicurezza che aveva tentato di avvicinarsi avvicinò alla sua stanza.
Gli inquirenti hanno poi accertato che Paddock accumulava armi dal 1982, solo l’anno scorso ne aveva acquistate 33 e manomesse 12 per sparare in automatico. Emergono infine immagini e fotografie dalla stanza al Mandalay Hotel: si vedono armi anche nella vasca da bagno, per terra e la moquette cosparsa di bossoli, mentre s’intravede un gamba del killer riverso a terra. L’indagine è ora orientata al tentativo di ricostruire le motivazioni del gesto tramite le scarse informazioni sulla sua vita privata.