Ancora grane per il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Dopo la bufera mediatica scatenata dall’inchiesta del programma Report, sulla questione delle famose 56 case intestate a suo nome, l’ex magistrato di Mani Pulite deve fare i conti con i guai giudiziari del cognato, Gabriele Cimadoro, deputato dell’Italia dei Valori, indagato per concorso in abuso d’ufficio. L’uomo risulta titolare di una società di compravendite immobiliari,la Helvetia, e di quote della immobiliare San Sosimo. Nella frazione bergamasca di Palazzago avrebbe cercato di indirizzare alcune licenze edilizie e di ottenere il cambio di destinazione d’uso di alcuni terreni. L’apertura L’inchiesta aperta dal pm Giancarlo Mancusi quattro anni fa coinvolge 53 persone. Secondo i magistrati sarebbe stata creata una vera e propria rete di favori e interessi immobiliari, il tutto con la complicità di un dipendente comunale, così le pratiche di alcuni imprenditori avrebbero ottenuto canali privilegiati.
Di Pietro al contrattacco. Di Pietro si sente accerchiato: prima se la prende con i giornalisti di Report, promettendo una querela, poi il leader dell’Idv accusa il comico ligure Maurizio Crozza di «killer aggio mediatico». Di Pietro si difende con un lungo post dal suo blog affermando che, le insinuazioni fatte durante il programma di Rai Tre di Milena Gabanelli sono frutto di «una disattenta disinformazione», fatte con l’obiettivo di bloccare l’azione politica dell’Italia dei Valori. Il leader dell’Idv continua: «Sui giornali e nelle televisioni sono stati attribuiti a mia figlia Anna 8 immobili e a mio figlio Toto 7. Immobili che io –spiega Di Pietro- che io avrei acquistato per loro con i soldi dei rimborsi elettorali del partito, almeno così è stato fatto credere. La verità è ben diversa», e l’ex pm lo dimostra con l’allegato di un estratto catastale.
La spaccatura del partito.Intanto l’Idv è spaccato non solo per i sospetti sulle case ma soprattutto per la nuova linea pro-Grillo e pro-Fiom che Di Pietro sta perseguendo. Il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi non riconosce più il suo leader e parla di una «rottura insanabile» paragonando il leader dell’Idv addirittura a Berlusconi: «Il Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino simile a quello del Cavaliere cambiando idea dalla sera alla mattina», e poi ha continuato «Alfano sta dimostrando che esiste un Pdl senza Berlusconi e, così comela Legasenza Bossi. Se l’Idv avrà la forza di esistere potrà farlo senza Di Pietro evitando di scendere in piazza a gridare con Grillo». Ma all’interno del partito c’è molto scetticismo tanto che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando parla di un «Idv morto». Anche De Magistris, il sindaco di Napoli invita il suo leader a farsi da parte per aprire una nuova stagione.
Ma Di Pietro non molla e pensa ad una strategia per traghettare il partito fuori da questa burrasca in vista delle elezioni in primavera. Secondo una prima bozza viene fuori un nuovo simbolo e il nome di un nuovo movimento politico: la lista “Basta!” con un emblematico riferimento al popolo viola. Sintomo di un avvicinamento al Movimento 5 Stelle di Grillo.
Alessandro Filppelli