Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, individua nell’uso dei cellulari nelle classi un segnale negativo per la scuola italiana.
Com’è cambiato l’insegnamento della lingua italiana nel corso degli anni?
“Colgo segnali che riguardano la diminuzione di ore dedicate all’insegnamento dell’italiano, forse la sottrazione di un anno nella scuola superiore. Sono segnali rischiosi, come anche l’introduzione di smartphone nelle classi. Dobbiamo sicuramente modernizzarci, ma per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità linguistiche non si può prescindere da ciò che ci dicono le scienze pedagogiche e del linguaggio, così come quelle del cervello, visto che la lingua ha sede nel cervello”.
Quanto sono importanti le iniziative promosse dai media sulla lingua italiana?
Non è la prima volta che c’è un richiamo d’allarme sull’inefficienza della scuola e della formazione per la padronanza dell’italiano come lingua prima nella nostra società. Sono decenni che da parte dei linguisti più attenti si insiste su questi segnali crescenti che la stampa, non solo di oggi, raccoglie”.
Quali potrebbero essere le controindicazioni?
“Si spera però che tutto non venga poi interpretato nel senso della semplificazione degli studi o dell’attenuazione dell’impegno preciso, tecnico, scientifico per lo sviluppo delle capacità linguistiche. Accolgo quindi con favore le iniziative della televisione e dei giornali, ma non basta. È necessaria una formazione più specifica del corpo docenti. Se non formiamo come si deve la competenza degli insegnanti di italiano, a partire dalla scuola primaria in poi, le varie politiche sulla scuola non potranno che risultare inefficaci”.