Boccata d’ossigeno per i disoccupati e per le famiglie con reddito Isee inferiore ai 3mila euro. La nuova social card sarà disponibile in quattro regioni del Sud, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, e nelle città con più di 250.000 abitanti. Il sottosegretario al Welfare Maria Cecilia Guerra ha spiegato che la nuova card non sarà individuale, come quella precedente, ma, appunto, familiare.
La vecchia social card. Voluta da Tremonti nel 2008, la prima versione della carta non ha avuto gli effetti sperati. Si trattava di una “carta acquisti” di 40 euro mensili, da spendere al supermercato o in farmacia. Difficile da ottenere, si rivolgeva ad un bacino di utenti troppo ristretto: potevano usufruirne solo gli over 65, o le famiglie con reddito inferiore ai 6mila euro, con bambini con meno di tre anni, in possesso di una sola auto e di una sola abitazione.
I problemi e i difetti della vecchia social card. Uno dei principali ostacoli per le famiglie povere di allora fu l’Inps, che ne aveva caricato solamente 330 mila. Le restanti card distribuite non avevano, di fatto, alcun valore. 5 anni fa la social card è costata al governo 200 milioni di euro, ed è stata utilizzata da 535 mila persone in difficoltà.
Caratteristiche della nuova social card. Tecnicamente la nuova card presenta differenti parametri e il capitale che verrà stanziato sarà il doppio di quello del 2008. In tutto si pensa che la somma destinata alla nuova “carta sociale”sarà di 400 milioni di euro. Circa 370.000 soggetti potranno beneficiarne. L’Inps potrà infatti contare sul Fondo di Palazzo Chigi, risorse che ammontano a 900 milioni di euro. I comuni poi avranno un ruolo decisivo. Dovranno infatti partecipare alla gestione dei fondi e proporre nuove politiche sociali per il territorio, come il reinserimento lavorativo per i disoccupati.
Di Annalisa Cangemi
