«Ci sono le premesse per arrivare a un accordo che tenga conto dei nostri legittimi interessi e al tempo stesso di quelli della Francia». Lo ha detto il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, parlando dell’intesa tra le due aziende di cantieristica navale Fincantieri-Stx, in un’intervista per il quotidiano francese le Figaro, alla vigilia del vertice Italia-Francia di mercoledì 27 settembre a Lione.
«Da un punto di vista strategico – dice il premier italiano – abbiamo l’ambizione di costruire un grande player globale nel settore navale. L’accordo sui cantieri è una prospettiva a breve termine. Costruire un grande polo civile e militare non si fa in un giorno. Si lavorerà quindi su tempi diversi». Quindi l’Italia spera, fondamentalmente, di risolvere la questione di Stx nel più breve tempo possibile per poi dedicarsi a un progetto ben più ampio.
«Siamo ragionevolmente ottimisti sul fatto che ci sarà un accordo che converrà alle due parti che sarà presentato dai due ministri e dai due presidenti», hanno riferito dall’Eliseo.
Diversa e più cauta la posizione di Gentiloni su Tim-Vivendi, snodo centrale negli incroci finanziari tra Italia e Francia. «Si tratta di una partita tra gruppi privati. Ogni paese ha le sue leggi e i gruppi privati devono rispettarle. Non si è ben compreso che non siamo né io né il presidente Macron a decidere sulle televisioni o sulle reti di comunicazioni private nell’altro paese». Al momento bisogna capire se Vivendi avrebbe dovuto informare preventivamente il Governo italiano che prendeva il controllo di Tim e se ciò sia conforme alla legge italiana sui golden power, la norma del 2012 che tutela società strategiche dalle incursioni straniere. «Un comitato tecnico lo sta verificando e fornirà le sue conclusioni presto», ha ribadito il premier.