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HomeCronaca ‘Ndrangheta, blitz in Lombardia
arrestato anche il sindaco di Seregno

'Ndrangheta nel Nord Italia
Arrestato sindaco di Seregno
nel maxi blitz in Lombardia

Indagato l'ex vice governatore Mantovani

Boccassini: "Sistema omertà-convenienza"

di Valerio Toma26 Settembre 2017
26 Settembre 2017

Favori in cambio di voti: un doppio filo tra ‘ndrangheta e politica. E’ successo a Seregno, dove il sindaco Edoardo Mazza, di Forza Italia, è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di Finanza nell’ambito della maxi-inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Brianza e in Lombardia. Tra i coinvolti anche altri due politici di Seregno: un consigliere comunale, sottoposto agli arresti domiciliari, e l’assessore Gianfranco Ciafrone, per cui è stata disposta l’interdizione ai pubblici uffici.

Accusato di corruzione, Mazza avrebbe favorito gli affari del costruttore Antonio Lugarà, ora detenuto in carcere, considerato uomo vicino ad esponenti delle cosche mafiose. Per i pm il ruolo dell’imprenditore sarebbe stato determinante per l’elezione del sindaco, avvenuta nel 2015. In cambio, come contropartita, Mazza gli avrebbe concesso un’area del comune di Seregno per costruire un supermercato.

Il sindaco era molto conosciuto sui social. Su Facebook postava video, in cui predicava l’importanza dell’ordine e della sicurezza.

https://www.facebook.com/edoardomazzasindaco/videos/1875320406114773/

Secondo gli inquirenti Mazza non era l’unico ad intrattenere rapporti con Lugarà. Nel giro ci sarebbe stato anche Mario Mantovani, ex  vicepresidente della Lombardia e ora consigliere regionale di Forza Italia. Mantovani è indagato per corruzione, ma non gli vengono contestati reati per mafia.

«Dopo 7 anni di indagini sulla ‘ndrangheta in Lombardia posso dire che c’è un sistema fatto di omertà e di convenienza da parte di quelli che si rivolgono all’anti Stato per avere benefici», ha dichiarato il procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini durante la conferenza stampa sul maxi blitz. «È facile per le cosche infiltrarsi nel tessuto istituzionale».

Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura distrettuale antimafia di Milano, sono state disposte 24 misure cautelari. I soggetti sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso. Tra gli arrestati è stata individuata una delle persone, rimasta fuori dagli arresti dell’operazione “Infinito'” del 2010, che partecipò in quell’anno al noto summit in un centro intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino.

Dalle intercettazioni, che hanno portato agli arresti, emerge la presenza capillare della ‘ndrangheta nel Nord Italia. «Vogliono mettere in piedi San Luca a Milano». Così uno degli arrestati parlava delle mire espansionistiche delle cosche mafiose. L’obiettivo era creare un mercato della droga simile a San Luca, un piccolo paese calabrese noto per le faide.

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