Ricorre oggi l’anniversario delle morti di Cesare Terranova e Antonino Saetta, due magistrati siciliani uccisi dalla mafia, rispettivamente nel 1979 e nel 1988, entrambi il 25 settembre. Questa mattina il presidente del Senato Pietro Grasso ha voluto omaggiare i due magistrati tramite un post sulla sua pagina ufficiale Facebook.
«Cesare Terranova e Antonino Saetta – scrive Grasso – avevano in comune la professione di magistrato e un grandissimo senso del dovere, oltre che una professionalità ampiamente riconosciuta. Hanno in comune, purtroppo, anche il giorno della loro uccisione da parte di Cosa Nostra».
«Entrambi – continua il presidente del Senato – non erano soli quando i killer della mafia spararono: il Giudice Terranova era con Lenin Mancuso, l’uomo che aveva il compito di proteggerlo e che morì con lui; Saetta tornava da un battesimo ed era con suo figlio Stefano, la cui morte fu dovuta solo alla “colpa” di trovarsi in compagnia del padre. Ricordo con commozione questi uomini – conclude Grasso – che tanto mi hanno insegnato nella mia professione e che sono ancora un grande esempio per tutti».
Il magistrato Terranova, originario di Petralia Sottana in provincia di Palermo, fu assassinato proprio nel capoluogo siciliano, intorno alle 8.30 del mattino del 25 settembre 1979, con un vero e proprio agguato mentre si trovava alla guida, con accanto il maresciallo Mancuso. L’auto di Terranova, imboccando una via secondaria, la trovò inaspettatamente chiusa da una transenna di lavori in corso e la Fiat 131 del magistrato fu crivellata da colpi di pistola e di carabina Winchester. Al giudice Terranova i killer riservarono anche il colpo di grazia, sparandogli a bruciapelo alla nuca. Mancuso morì invece dopo alcune ore in ospedale.
Antonino Saetta, invece, originario di Canicattì, fu assassinato nel 1988 mentre percorreva la strada Agrigento-Caltanissetta. L’auto del magistrato, una normale autovettura non blindata, viaggiava senza scorta e in un tratto poco trafficato e circondato solo dalla campagna. Fu raggiunta da un’altra vettura su cui viaggiavano i killer e crivellata di colpi.