Una vittoria amara quella di Angela Merkel alle elezioni tedesche di ieri, con la Cdu-Csu che arriva al 33% dei voti perdendo però otto punti rispetto alle precedenti elezioni. Arrivano stamattina le proiezioni definitive del voto dall’Istituto di sondaggi ZDF. Crolla Spd con il 20,5%, mentre trionfa il partito di estrema destra Alternative für deutschland, guadagnando proprio gli 8 punti persi dalla Merkel. A queste condizioni, i seggi per il Cdu saranno 238, quelli dei socialdemocratici 148 e ben 95 quelli dell’Afd di Alice Weidel.
Arrivano anche dall’Italia i primi commenti sul risultato delle elezioni. Enrico Letta ha dichiarato a Repubblica: «Questo voto ci dice che la Germania entra nel club della crisi. Deve fare i conti con i partiti populisti e la frammentazione. Non c’è solo il peggior risultato della storia della Spd, ma anche la discesa della Cdu. È il sistema dei vecchi partiti che crolla, basta pensare che alle ultime elezioni Cdu e Spd avevano raccolto il 68% dei voti, adesso molto meno. Una rivoluzione. Le ragioni della svolta a destra? Gli aiuti alla Grecia e la questione dei rifugiati». Letta ribadisce la propria fiducia verso Angela Merkel, definendola esperta sulle questioni europee e ferma nel suo atteggiamento nei confronti di Trump.
«La grande differenza tra noi e Afd è che noi andremo a governare, mentre per ora loro sono una sana e robusta opposizione» sostiene invece Matteo Salvini, in una diretta privata ai suoi follower su Facebook. Il leader leghista si dice inoltre stupito dalle definizioni che Afd sta ricevendo: “nazisti”, “fascisti”, “xenofobi”. «Viva Afd e godetevi i rosiconi su Facebook, Twitter e giornali» conclude sul social.
Anche il leader di Afd, Alexander Gauland, parla al Corriere della Sera: «Quando si parla di nazismo si parla di campi di concentramento, di uccisioni degli ebrei, della Gestapo, è assolutamente ridicolo presentare un partito che vuole semplicemente fare una politica diversa come nazista».
Concorda con Letta Antonio Tajani, presidente del parlamento Ue, che in un colloquio con il Messaggero ha dichiarato: «È stato un voto fortemente condizionato dal fenomeno dell’immigrazione. Il risultato comunque conferma che la Merkel è un fattore di stabilità in Germania. Il voto dimostra che la Germania ha bisogno dell’Europa». Tajani ribadisce inoltre che questa può essere l’occasione per l’Italia di imporre una leadership più solida sull’Europa, per aiutare a risolvere i temi caldi di questi tempi: immigrazione, terrorismo e crescita. «Afd è un partito anti-italiano, anti-Mediterraneo, che ci considera quasi degli esseri inferiori».
Parla anche Walter Veltroni, che dice concluso il tempo delle grandi coalizioni, per dare spazio all’alternanza. Due i suoi consigli per la sinistra italiana. Il primo: favorire la democrazia bipolare, fatta di identità nette, di maggioranza e opposizione. Il secondo è trovare una risposta alla precarietà, che agita l’esistenza umana e favorisce la paura. Sulle difficoltà dei socialisti di Schulz commenta così: «Purtroppo anche questa non è una sorpresa. Francia, Spagna, Germania confermano la grande difficoltà del socialismo europeo. Per fortuna l’Italia dieci anni fa ha fatto la scelta coraggiosa del Partito democratico. Ma la difficoltà riguarda tutta la sinistra, non solo in Europa: ricordiamoci di Trump».
«Solo in Italia c’è una forza politica che è riuscita ad arginare la crescita degli estremismi, portando avanti idee e contenuti volti a migliorare il progetto europeista in favore dell’interesse di tutti i cittadini. Quella forza, ovviamente, siamo noi». Lo dichiarano in una nota i parlamentari del Movimento Cinque Stelle delle Commissioni Esteri di Camera e Senato. Anche il neo-candidato premier Luigi Di Maio si unisce al messaggio, aggiungendo che questa è la vera dimostrazione del declino dei partiti tradizionali.
Da Forza Italia parla il senatore Lucio Malan: «L’ultradestra non ha vinto, ma ha mostrato di poter essere un avversario temibile. Questo ci fa capire solo una cosa: non è più tempo di soluzioni annacquate, la gente vuole politiche decise e opposte rispetto a quelle della sinistra buonista e dall’accoglienza facile».
«Se vogliamo ridurre lo spazio in cui queste forze crescono – dice Pippo Civati – non possiamo affidarci a bonus lotteria, a misure parzialissime sulla povertà, a strategie elettorali di emergenza, a toni trionfalistici per una ripresa che queste persone le riguarda pochissimo e per cui non sentono alcun beneficio». Le larghe intese portano a destra, secondo il segretario di possibile, e in questo caso all’ultra-destra che non è mai la risposta.
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, parla a Bologna in questi termini: «La Germania ci insegna una cosa. Noi non possiamo pensare di scimmiottare il populismo. Dobbiamo combattere il populismo. E il populismo si combatte solo ed esclusivamente con una buona politica». A suo dire, la vera risposta sarebbe ricominciare a crescere economicamente e politicamente, per ridare all’Europa la stabilità che cerca disperatamente.