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HomeEconomia Contratti a tempo più cari, l’ipotesi del governo per favorire assunzioni stabili

Contratti a tempo più cari
l'ipotesi del governo
per assunzioni più stabili

La risposta agli ultimi dati Inps

rialzo delle aliquote contributive

di Carmelo Leo22 Settembre 2017
22 Settembre 2017

Il ministro dellEconomia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, nel corso del convegno The Italian Banking Conference 2017, organizzato dalla LUISS a Roma, 18 settembre 2017. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Aumentare il costo dei contratti a tempo determinato per incoraggiare il ricorso ad assunzioni a tempo indeterminato. Questa la nuova idea allo studio del governo per contrastare il trend registrato dall’Inps nell’ultimo anno, quando la quota delle assunzioni stabili ha continuato a diminuire a fronte di un aumento dei contratti a termine. La misura correttiva potrebbe essere uno dei contenuti della Manovra, da approvare entro fine anno. Ma ancora non è stata presa una decisione definitiva al riguardo. E soprattutto, in questa prospettiva, continuerebbero a non esserci molte garanzie per i lavoratori in caso di licenziamento in tronco.

Il governo sta dunque pensando a un rialzo dell’aliquota contributiva aggiuntiva (al momento ferma all’1,4%) prevista nei contratti a tempo e destinata alla Naspi, la Nuova assicurazione sociale per l’impiego. L’obiettivo alla base del correttivo è quello di spingere i datori di lavoro a concedere contratti a tempo indeterminato, a questo punto più convenienti dal punto di vista contributivo.

Nei giorni scorsi l’Osservatorio sul precariato dell’Inps ha rilevato un significativo aumento del lavoro a chiamata: da gennaio a luglio 2016 i contratti di questo tipo erano stati circa 112mila; quest’anno, nello stesso periodo, sono stati 251mila: più del doppio. Un dato emblematico, considerato dall’istituto anche una possibile conseguenza della recente abolizione dei voucher. Anche i contratti di somministrazione hanno ottenuto nello stesso periodo un significativo aumento di oltre il 20%. Il rincaro dei contratti a tempo, dunque, va interpretato nell’obiettivo di contrastare una tendenza in forte crescita, andando incontro anche alle richieste dei sindacati che più volte hanno chiesto una soluzione del genere.

 

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