Un’offerta “aperta e generosa” all’Ue, stimata in 20 miliardi di euro pronta cassa. E’ ciò che la premier britannica Theresa May intende mettere sul piatto a Firenze, antica città di banchieri e simbolo di una storica tradizione di commerci europei, in un atteso nuovo discorso-manifesto sulla Brexit mirato a cercare di sbloccare lo stallo nelle trattative con Bruxelles a partire proprio dalla spinosa questione del ‘conto del divorzio’: elemento preliminare del negoziato su cui i colloqui rischiano d’incagliarsi.
Theresa May presenterà un accordo che farà della Gran Bretagna una nuova Svizzera. Eppure a un anno dalla vittoria refendaria, Brexit non è più la stessa. Stando a quanto anticipato dal Financial Times Londra offrirà all’Unione europea 20 miliardi di euro per l’addio. Una spesa che copre solo gli impegni presi con l’Ue fino al 2020: in questi mesi Bruxelles ha dato numeri più alti, da 60 a 100 miliardi. Iniziare da una cifra così bassa vuol dire una sola cosa: contrattare. Si parte dal minimo ben consapevoli che la cifra sarà più alta.
Grandi, piccole e medie imprese non vedono più buone prospettive di crescita fuori dalla Ue, le previsioni si fanno sempre più cupe. La richiesta del mondo degli affari al governo brittanico è quella di un periodo di transizione più lungo possibile. «Minimo tre anni per preservare la nostra prosperità», chiedono. Ma in base ai negoziati iniziati il 29 marzo scorso, l’uscita dalla Ue è fissata per il 29 marzo 2019, cioè meno di due anni.
Intanto il ministro degli Esteri britannico Boris Jonhson. Ex sindaco di Londra, giornalista, soprattutto Tory e volto vincente della propaganda Brexit prepara lo strappo proprio dentro i conservatori di Theresa May. Venerdì ha scritto una lettera al Daily Telegraph con cui attacca la premier May e quel che dirà nel discorso a Firenze. Jonhson tira di nuovo fuori la cifra in voga durante la campagna referendaria 2016, i 350 milioni di sterline a settimana risparmiati con Brexit che andrebbero al sistema sanitario. Cifre già smentite dall’ufficio statistiche lo smentisca. Poco importa: Jonhson ha minacciato dimissioni nel caso si diventi troppo teneri con l’Ue. Il tono di May, dunque , sarà cruciale non solo per il partito ma anche per il governo.