Esce allo scoperto il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, Il Capitano Ultimo, che arrestò nel 1993 il boss di Cosa Nostra Totò Riina. Dopo le accuse sulle ultime rivelazioni del Caso Consip, Ultimo ha precisato che fu proprio il pm Musti a chiedergli di tacere.
Inoltre ha aggiunto: «La dottoressa Musti è stata supportata in tutto quello che ha liberamente richiesto, compreso la presenza del capitano del Noe Scafarto a Modena, compreso il fatto di non informare delle indagini il comandante provinciale dei carabinieri di Modena e la prefettura, perché li considerava collusi con le cooperative rosse su cui da tempo indagava autonomamente».
Dunque Ultimo respinge ogni accusa. «Mai svolto indagini a fini politici». Il colonnello afferma di non aver mai forzato nulla e di aver svolto le indagini con lealtà. «Non ho mai parlato di Renzi né con la Musti né con altri. Dalle carte delle indagini emerge che lui e il capitano Scafarto si rivolsero alla procuratrice di Modena («Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può farla esplodere. Scoppierà un casino. Arriveremo a Renzi»).
La Procuratrice Musti ha deciso di non commentare le dichiarazioni del capitano De Caprio. «Risponderò solo alle domande della Procura di Roma».
Ultimo ha voluto replicare anche ai politici (Franceschini, Zanda, Anzaldi e Pisicchio), che gridano al golpe. «State sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere, mai abbiamo falsificato alcunché».
Parole dure anche nei confronti dei giornali, che accusa di “linciaggio mediatico”. «Alcuni organi di disinformazione funzionali alle lobby da anni cercano di sfruttare il popolo italiano».