E’ l’inizio di settembre del 2016. La procuratrice di Modena Lucia Musti segue il caso dell’inchiesta Consip, la società controllata dal ministero dell’economia che gestisce gli appalti pubblici. ll capitano del Noe Gianpaolo Scafarto e il colonnello Sergio De Caprio, soprannominato Ultimo, le chiedono con insistenza un incontro in Procura. “Se vuole – le dicono – ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi”. I due carabinieri vogliono che la procuratrice diriga le indagini sull’allora premier Matteo Renzi. “Sembravano degli esagitati”, riferisce Lucia Musti al Csm, nel corso di un’audizione del 17 luglio scorso, davanti alla prima commissione del Consiglio che indaga sulla fuga di notizie relativa a un’altra vicenda, quella relativa alla cooperativa Cpl Concordia e alla telefonata tra Renzi e il capitano della Guardia di finanza Adinolfi.
Nel corso dell’incontro con la procuratrice, Scafarto e Ultimo erano “particolarmente spregiudicati, in preda a un delirio di onnipotenza”, riferisce la dottoressa Musti. Che parla di vere e proprie pressioni indebite per il coinvolgimento di Renzi. Il capitano Scafarto è indagato per falso proprio nell’ambito dell’indagine sul caso Consip. Perché, si sospetta, avrebbe falsamente attribuito la famosa frase “Ho incontrato Renzi”, frutto delle intercettazioni, all’imprenditore Romeo, circostanza però smentita da un esame attento delle stesse intercettazioni. Il colonnello Ultimo, che nel 2013 era stato candidato da Fratelli d’Italia alla presidenza della Repubblica, a luglio di quest’anno è stato espulso dall’Aise con l’accusa di aver condotto indagini autonome, senza autorizzazione dei vertici e senza riferire, proprio sulla vicenda Consip.
“Non ho mai svolto indagini per fini politici”, ha dichiarato questa mattina Ultimo. Le accuse della Procuratrice di Modena hanno suscitato un vivace dibattito politico. Sdegno e preoccupazione arrivano dalla maggioranza degli esponenti Pd. “Gli stralci di atti del Consiglio Superiore della Magistratura pubblicati da alcuni quotidiani questa mattina” afferma Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd, “sono di una gravità inaudita”. Quello che leggiamo oggi sui giornali “presenta aspetti di straordinaria gravità istituzionale, essendo evidente l’obiettivo di colpire il Presidente del Consiglio”, sottolinea il senatore. Se fosse vero, “dovremmo concludere che negli anni passati c’è stato in Italia un vero e proprio complotto, che ha visto coinvolti organi dello Stato, volto a rovesciare istituzioni democraticamente indicate dal Parlamento della Repubblica”, conclude Zanda.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Cultura Dario Franceschini, spesso in polemica con il segretario del Pd Renzi negli ultimi tempi: “La vicenda giudiziaria Scafarto assume ogni giorno dei caratteri di gravità inaudita – ha dichiarato sull’inchiesta Consip – Una cosa sono le indagini, con le quali è indispensabile non interferire, un’altra le reazioni politiche”.