Delle folle oceaniche, quegli incontri in cui si faceva fatica a trovare una sedia libera, è rimasto solo il ricordo. Un po’ perché qualcuno ha cambiato idea dopo la scissione, quest’anno, di Bersani, D’Alema e Speranza. La Festa, inoltre, porta il nome di un giornale che non esce più in edicola, chiuso nel mese di giugno. Il brand, restaurato dal segretario Renzi nel 2014, non riesce più a sedurre il popolo della sinistra. Il preludio del flop delle Feste dell’Unità arriva nel 2016. Lo scorso anno per la prima volta nella sua storia, la Festa bolognese si è chiusa con un passivo di circa 100.000 euro. Uno smacco per una federazione capace di organizzare fino al 2011 una kermesse da 4 milioni tondi di incasso. Ma dal 2011 ad oggi è cambiato il mondo. L’anno scorso, in cassa, sono finiti appena 2 milioni e 450.000 euro. E anche allora il partito ha dato la colpa al maltempo oltre che a un passo falso inatteso: l’invito di William Shatner, il capitano Kirk di Star Trek, il cui cachet stellare fece molto discutere. Ai tempi dei Ds accorrevano al Parco Nord fino a 2 milioni di persone. Un numero dimezzato negli anni scorsi. Fino a quando, ad agosto, i dirigenti si sono astenuti dal pronosticare il tradizionale milione di visite: “Ci attendiamo 900.000 spettatori”. Colpa anche delle defezioni. La Cgil assente in polemica con il Jobs act. Defilata anche l’Anpi, per voce del proprio presidente Carlo Smuraglia, che in dissenso con il referendum costituzionale aveva già annunciato lo scorso anno che l’associazione dei partigiani non avrebbe partecipato alle Feste dell’Unità
Quest’anno è stato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti a Imola a testare il calo di partecipazione. L’ex presidente di Legacoop, nonostante giocasse in casa nella sua Emilia, si è trovato di fronte una platea esigua. Poi è arrivata Imola, dove il Pd ha organizzato la sua kermesse nazionale — dal 9 al 24 settembre — qui le piogge dei giorni scorsi hanno trasformato la manifestazione in un flop. Non va meglio nel resto d’Italia. A Bergamo la Festa è stata organizzata a maggio e non d’estate ed è durata solo due giorni invece di 15. A Viterbo i dibattiti hanno registrato una media di venti spettatori. E due sere fa, a Firenze, ad ascoltare Orfini c’erano 19 persone. Resiste solo l’attrazione per il segretario Renzi, che intervistato ieri a Roma dal direttore del Messaggero Virman Cusenza, ha fatto il pienone alla Festa dell’Unità alla città dell’Altra Economia. Ma i dibattiti più partecipati restano quelli con figure extrapolitiche: a Reggio Emilia, ad esempio, ha fatto il pienone Cristiana Capotondi.