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HomePolitica Clemente Mastella assolto, la moglie attacca Rosy Bindi: “Si dimetta se ha coscienza”

Clemente Mastella assolto
la moglie attacca Rosy Bindi
"Si dimetta se ha coscienza"

Sandra Lonardo al Corriere della Sera

"Io nella lista impresentabili? Svenni"

di Carmelo Leo14 Settembre 2017
14 Settembre 2017

Clemente Mastella posa con la moglie Sandra Lonardo durante le registrazione del programma "Porta a Porta" presso la sede RAI di via Teulada a Roma, 13 settembre 2017. ANSA/CLAUDIO PERI

C’era anche lei nell’elenco degli impresentabili redatto dalla commissione Antimafia nel 2015. Adesso Sandra Lonardo attacca Rosy Bindi, che ancora oggi di quella commissione è presidente. La moglie di Clemente Mastella, assolta in primo grado assieme al marito nel processo per presunti illeciti nelle nomine delle Asl e in altri settori pubblici, in un’intervista al Corriere della Sera attacca la parlamentare Pd: «Ha giocato con la vita delle persone. Dovrebbe dimettersi se ha una coscienza. Ma non ce l’ha».

Lonardo, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di presidente del Consiglio regionale della Campania, ricorda il momento in cui venne a conoscenza del suo inserimento nella famosa lista degli incandidabili: «Svenni quando un giornalista me lo disse al telefono. Sono stati anni di disperazione, di dolore. Quantomeno Rosy Bindi dovrebbe chiedermi scusa». E critica fortemente la legge Severino, di cui quella lista fu un effetto diretto: «Ho sempre avuto rispetto – spiega Lonardo – di tutte le istituzioni. Ma serve una seria riforma della giustizia e anche la modifica di alcune leggi, cominciando dalla Severino».

La sentenza di primo grado emessa martedì dalla quarta sezione del Tribunale di Napoli continua dunque a far discutere. Lo stesso Mastella, nella conferenza stampa convocata subito dopo la sua assoluzione, ha accusato i servizi segreti di essere dietro alla vicenda. Chiedendo poi le scuse di quanti lo hanno additato come il «nipotino di Belzebù». Nessun commento è arrivato da Romano Prodi.

L’assoluzione è arrivata dopo un processo di primo grado durato nove anni. All’epoca, l’attuale sindaco di Benevento era leader dell’Udeur e ricopriva la carica di ministro della Giustizia del governo Prodi II. L’iniziale accusa era di concussione nei confronti dell’allora presidente della Regione Antonio Bassolino, al fine di spingere per la nomina di un commissario Asl gradito all’imprenditore Antonio Saladino e alla sua agenzia interinale Why Not. Reato derubricato dalla Procura prima a “induzione indebita a dare o promettere utilità” e poi ad “abuso di ufficio”. Nel corso della stessa inchiesta Sandra Lonardo venne accusata degli stessi reati, per una presunta concussione nei confronti del direttore generale dell’ospedale di Casera, Luigi Annunziata.

Conseguenza dell’inchiesta furono le dimissioni di Mastella dal governo Prodi, avvenute a gennaio 2008. Il rifiuto di accettarle da parte di Prodi portò Mastella a ritirare l’appoggio del suo partito, provocando una crisi che contribuì alla caduta dell’esecutivo.

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