Ha confessato e ha rischiato il linciaggio. “L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia”. Così avrebbe detto agli inquirenti e alla presenza del proprio legale, il 17enne fermato per l’omicidio volontario di Noemi Durini, la 16enne di Specchia, in provincia di Lecce. Il cadavere della ragazza è stato trovato ieri nella vicina Castrignano del Capo, ad undici giorni dalla sua scomparsa. Il ragazzo avrebbe detto di aver ucciso la ragazza con un coltello che lei aveva con sé.
“Ho reagito – avrebbe dichiarato durante l’interrogatorio terminato nella notte – di fronte alla sua ostinazione di voler portare a termine il suo progetto. Ero innamoratissimo”. Dopo essere stato ascoltato, il ragazzo ha rischiato di essere linciato dalla folla che lo attendeva all’uscita della stazione dei carabinieri (video). Uscendo, il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irrispettosi e di sfida nei confronti della gente che era lì ad attenderlo. Ha alzato la mano destra in segno di saluto, rispondendo a chi lo fischiava e apostrofava. Nell’interrogatorio, il ragazzo avrebbe inoltre svelato l’intenzione di abbandonare la Puglia. “Dopo lo sterminio della mia famiglia volevamo fuggire a Milano”, avrebbe confessato, assicurando che sotto il suo letto avrebbe potuto trovare una lista di numeri di telefono legati a luoghi per poter dormire nel capoluogo milanese.
Intanto, un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere è stato notificato al papà del ragazzo. L’atto è stato notificato all’indagato in occasione della perquisizione in corso nell’abitazione di famiglia. Nel luogo in cui è stato ritrovato il corpo della ragazze, coperto da massi, sono ancora visibili tracce di sangue. E’ stato lo stesso fidanzato a portare i carabinieri sul luogo.