Per il sindacato sono scese in piazza 400 mila persone in tutto il Paese per protestare conto la riforma del lavoro del presidente Emmanuel Macron. Secondo il Ministero dell’Interno i manifestanti erano poco più di 220 mila. Con uno scontro sui numeri si accende l’autunno caldo per il leader di “En Marche!”. Mentre si trova nelle isole francesi di St. Martin e St.Bartolomè, flagellate dal passaggio dell’uragano Irma, la piazza di Parigi protesta contro la sua riforma del lavoro. Scontri tra manifestanti e polizia, cassonetti divelti e vetrine distrutte. Il progetto di modifica al codice del lavoro che prevede di indebolire il potere contrattuale dei sindacati e di rendere più semplici i licenziamenti, divide i francesi.
Scioperi, manifestazioni e proteste sono stati annunciati in tutto il paese. La Confédération générale du travail (Cgt) ha organizzato solo per oggi 200 manifestazioni e quattromila appelli allo sciopero per denunciare un testo che – secondo il segretario generale del principale sindacato della sinistra francese Philippe Martinez – “consegna tutto il potere ai datori di lavoro”. L’agenzia France Presse segnala ritardi nei treni dalle banlieu e l’annullamento di molti voli di Ryanair.
Tra i punti controversi: il tetto agli indennizzi in caso di licenziamento abusivo (c’è anche un minimo, ma per le imprese non c’è più incertezza sui costi dei licenziamenti, che diventano così più facili); la possibilità di licenziamenti collettivi concordati, sul modello delle dimissioni individuali consensuali; la fusione delle istanze rappresentative del personale nelle imprese in nome della “semplificazione”; per le multinazionali, apertura alla possibilità di licenziamento sulla base dell’andamento economico solo in Francia (e non più nel mondo); accordi con la rappresentanza dei lavoratori al di fuori dei sindacati nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
Una riforma che il Presidente Macron ha somministrato omeopaticamente, giocando d’astuzia. A differenza di Hollande che aveva presentato a sorpresa la riforma El Khomri poi fatta passare al forcipe con il 49.3 (voto di fiducia). Macron ha annunciato l’intenzione di riformare ancora il codice del lavoro in campagna elettorale (sia alle presidenziali che alle legislative, ampiamente vinte dalla République en Marche), ricorrendo alle “ordinanze”, cioè all’iter accelerato (senza ulteriore discussione in parlamento, che ne ha approvato il metodo). Poi ha avviato una concertazione con aziende e sindacati nell’estate, una cinquantina di incontri. A fine agosto i sindacati sono stati messi di fronte al testo compiuto delle cinque ordinanze. Per la Cgt è “la fine del contratto di lavoro”.