Tre quarti dei minori che affrontano il viaggio della speranza attraversando il Mediterraneo centrale sono vittime di abusi e sfruttamenti. Ma non è l’unico dato drammatico. Secondo l’analisi dei flussi migratori compiuta da Unicef e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) chiamata ‘Viaggi strazianti’ anche se gli arrivi sulle coste europee si sono dimezzati rispetto al 2016, il numero di morti è identico.
“Se cerchi di fuggire, ti sparano. Se smetti di lavorare, ti picchiano. Come gli schiavi, alla fine della giornata, ci chiudevano a chiave”. È il racconto di Aimamo – riportato da Ansa – 16 anni, arrivato da solo, a bordo di un barcone, dal Gambia all’Italia. Per un viaggio si pagano tra i 1000 e i 1500 euro. Molti si indebitano con i trafficanti di uomini esponendosi così ad ulteriori rischi.
Il documento pubblicato da Unicef ed Oim raccoglie le testimonianze di 22 mila migranti di cui 11 mila tra bambini e minori. I giovani maggiormente presi di mira son quelli che provengono dai paesi dell’Africa sub-sahariana: circa la metà di questi proviene da Nigeria, Gambia, Guinea ed Eritrea. Nella quasi totalità dei casi nei quali c’è stata violenza – secondo i dati – questa si è tradotta in sequestro, lavori forzati o senza paga per i ragazzi, violenza sessuale per le ragazze.Ad essere abusati sono il 77% dei minori migranti. Quest’anno sono 2.542 i migranti inghiottiti dal Mediterraneo. Due su tre. A luglio e agosto è stato dimezzato il numero di sbarchi rispetto al 2016 (23.301 contro 52.220), ma il numero di morti, 283, è praticamente identico allo scorso anno (288). “Che contribuisce ad assegnare al Mare Nostrum il triste primato di rotta più pericolosa al mondo” ha scritto martedì il quotidiano La stampa.
Gli adolescenti sono giunti in Europa prevalentemente attraverso la rotta del mediterraneo centrale (da Libia, Tunisia, Egitto e Algeria). In questi ultimi 2 mesi è crollato il traffico di esseri umani lungo la principale rotta Libia-Italia. Ma il 2017 è l’anno della riattivazione della rotta del mediterraneo occidentale (Marocco-Spagna)
Il dossier individua 6 punti sui cui le istituzioni Ue devono agire pe proteggere i minori: lotta a sfruttamento e violenze; creare valide alternative alla detenzione; tenere unite le famiglie e riconoscere legalmente i minori; garantire istruzione e cure mediche; combattere xenofobia e discriminazioni; non allontanare i minori da famiglie disagiate. Procede, nonostante le difficoltà, l’impegno l’impegno europeo, come ricordato martedì dal quotidiano la Stampa che aggiorna sugli ultimi sviluppi del piano di intervento Ue in Africa.