«La Turchia si è oggettivamente allontanata dall’Europa», ma rimane comunque «un partner essenziale in numerose crisi che stiamo affrontando», come la minaccia terroristica e la sfida migratoria. In visita per due giorni ad Atene, il presidente francese Emmanuel Macron cerca di smorzare i toni della tensione tra i Paesi del vecchio continente e Ankara.
La possibile interruzione delle trattative per l’ingresso della Turchia nell’Unione europea, lanciata qualche giorno fa durante un dibattito televisivo tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo sfidante socialdemocratico Martin Schulz, ha infatti provocato una dura reazione di media e politici turchi. Poche ore dopo, anche il portavoce del governo francese allontanava la Turchia, spiegando che la sua situazione politica non permette di proseguire i negoziati. Ma adesso Macron prova a tendere una mano a Erdogan.
Dalle colonne del quotidiano greco Kathimerini il leader transalpino ha sottolineato come la discussione abbia avuto «derive preoccupanti». Ma per il bene della comunità internazionale sarà utile «evitare gli strappi» tra l’Unione e la Turchia. E a tale scopo Macron ha ripetuto un concetto che aveva espresso anche qualche giorno fa in un’altra intervista, alla rivista francese Le Point: «Sono impegnato con contatti molto regolari con il presidente Erdogan», ha confermato, sottolineando come il presidente turco sia un esempio di interlocutore ostico nella diplomazia internazionale.
Le polemiche degli ultimi giorni sono scaturite da uno dei comizi della campagna elettorale per le elezioni tedesche. Il nodo-Turchia si è confermato un argomento molto importante in Germania. Sia Schulz che Merkel si sono scontrati più volte su questo punto, uno promettendo di interrompere i negoziati per l’ingresso turco nell’Unione in caso di elezione, l’altra rimandando qualsiasi discussione al prossimo Consiglio europeo di ottobre. «Si dovrà capire se le trattative debbano essere sospese o definitivamente chiuse», ha spiegato l’attuale cancelliera. Dichiarazioni che enfatizzano una crisi diplomatica inasprita anche dai recenti arresti in Turchia di due cittadini tedeschi, che si sommano ai 53 già detenuti ad Ankara.