Un uragano “nucleare”. Così Philippe Levin, il sindaco della cittadina di Miami Beach, ha parlato di Irma. L’uragano che, abbattutosi sui Caraibi, ha devastato buona parte delle isole di Antigua, Barbuda e Porto Rico. Classificato 5 su 5 come potenza, l’uragano potrebbe arrivare a colpire 37 milioni di persone. E secondo l’Unicef potrebbero essere coinvolti oltre 10 milioni e mezzo di bambini.
Ora la tempesta è diretta in Florida. Il sindaco Levin ha lanciato un appello ai residenti: «Andate via subito». Evacuate anche le altre località costiere dell’isola.
Devastazione e morte. E’ di 10 morti il bilancio delle vittime dell’uragano. Otto di queste sull’isola francese Saint Martin, nelle piccole Antille. L’ultima vittima si segnala sull’isola Anguilla. I forti venti, oltre i 300 km/h, e le piogge hanno raso al suolo quasi tutti gli edifici di Barbuda e Antigua. Secondo il primo ministro delle isole un bambino di due anni è morto nel tentativo di fuggire dalla devastazione. Per ora si parla di 1400 sfollati. A Puerto Rico, invece, l’uragano ha mandato in black out gran parte dell’isola.
Dopo Irma, Josè e Katia. Non solo Irma. Altri due uragani potrebbero colpire l’oceano Atlantico: Josè e Katia, che in poche ore da tempeste tropicali sono si sono trasformati in uragani.
Governo americano e francese in prima linea. La Casa Bianca segue costantemente la situazione. «Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è in comunicazione con i governatori di Florida, Porto Rico e delle Isole Vergini. Le agenzie federali di gestione dell’emergenza sono pronte a intervenire», si legge in un comunicato di Washington.
Anche la Francia sta monitorando lo stato d’emergenza. Il ministro dell’interno Collomb ha promesso nelle prossime ore cibo e acqua alle popolazioni colpite. Il presidente Macron arriverà sulle isole di Saint Martin e Saint Barthelemy il prima possibile.
Cambiamento climatico? Il parere dell’esperto. E’ proprio Macron ad affermare nelle ultime ore la necessità di «lottare contro il cambiamento climatico» per prevenire disastri di questo tipo. «Sappiamo che il riscaldamento globale rende più intensi e più frequenti questi fenomeni», precisa il meteorologo Luca Mercalli.
Per l’esperto sono due i fattori principali della distruzione degli ultimi giorni: l’aumento della temperatura delle acque e l’innalzamento del livello dei mari. «Quando arriva un uragano la distruzione sulle coste è maggiore perché il mare è più alto», dichiara Mercalli. E avverte: «L’aumento della temperatura attesa nei prossimi decenni rischia di aumentare la frequenza di uragani devastanti. Ecco perché Macron dice di non sottovalutare questi argomenti».
Il parere di Luca Mercalli, autore della rubrica “Pillole di Mercalli” sul canale Rai News.