La legge elettorale torna ad essere il principale campo di battaglia dello scontro tra le forze politiche. Oggi in Commissione Affari Costituzionali i gruppi parlamentari hanno espresso la volontà unanime di ripartire con l’esame del testo di legge, il cosiddetto Tedeschellum – o Rosatellum, dal nome del suo firmatario, Ettore Rosato, Pd.
Dopo lo stop seguito all’incidente dell’8 giugno scorso, per tre mesi il disegno di legge è stato considerato lettera morta: caduto sotto il fuoco incrociato dei franchi tiratori. L’imprevisto del voto palese, arrivato in Aula alla Camera al posto del voto segreto, aveva immortalato davanti alle telecamere l’impallinamento della proposta di legge: colpevoli del tiro al bersaglio i deputati M5S, che pure si erano dichiarati favorevoli. Ma anche da qualche scranno del Pd si era accesa la luce rossa, segnalando mal di pancia interni.
Il Partito Democratico spinge per un consenso trasversale al testo base, auspicando una convergenza bipartisan: “Il Paese ha bisogno di una legge elettorale chiara, semplice e coordinata tra Camera e Senato”, sono le parole di Gianfranco Librandi, dalle fila dei democratici.
“Si riparta dal modello tedesco, è l’unica possibilità di fare la legge”, dichiara Alfredo D’Attorre, deputato di Mdp e membro della commissione Affari costituzionali. “Non sono possibili altri rinvii”, “il confronto va riaperto immediatamente, perché rinviare a dopo la legge di stabilità che significherebbe affossare tutto”, ha aggiunto il bersaniano.
Alt invece dai 5 Stelle. Danilo Toninelli, rappresentante grillino in Commissione, avverte: il partito di Beppe Grillo è disponibile a ripartire da quel testo, a patto però che prima venga approvata al Senato la legge per l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari. Altrimenti, ha affermato Toninelli, “non ci sarebbe il clima politico adatto” per un accordo sulla legge elettorale.
Dal capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, arriva secca la replica: “La ripartenza dal testo base approdato in Aula è stata condivisa praticamente da tutti i partiti, tranne che dai 5 Stelle”. “La conclusione è semplice: i grillini non vogliono scrivere la legge elettorale. Ci auguriamo che possano cambiare idea strada facendo”, sottolinea Sisto.