Il documento pubblicato dal Guardian in merito alle proposte valutate dal governo di Theresa May per regolare l’immigrazione nel dopo Brexit ha già suscitato diverse reazioni. Il progetto prevederebbe che i lavoratori non qualificati potranno restare nel Regno Unito per un massimo di due anni e, inoltre, a tutti i cittadini provenienti dall’Ue sarà richiesto il passaporto.
Si è subito detto contrario a queste ipotesi il sindaco di Londra Sadiq Khan, per il quale si tratta di «un piano per strangolare la nostra economia» ed è «sbagliato per Londra e per la Gran Bretagna». Il governo per il momento ha in parte smentito le rivelazioni del Guardian, affermando tramite un portavoce che si tratta di un documento oramai superato.
Nei fatti, però, l’intenzione di mettere un freno all’immigrazione sembra essere confermata. May nel corso del Question Time alla Camera dei Comuni ha spiegato che il fenomeno migratorio deve scendere «a livelli sostenibili», altrimenti il rischio sarà quello di dover tagliare gli stipendi delle famiglie meno abbienti. Per “livelli sostenibili” il primo ministro intende al di sotto della soglia dei 100mila nuovi ingressi l’anno.
Sul tema è intervenuto anche il ministro della Difesa britannico Michael Fallon, per il quale «sull’immigrazione bisogna trovare un punto di equilibrio» ma – ha aggiunto Fallon a Sky News – «noi vogliamo attirare persone, non chiudere porte in faccia».
Critiche anche le aziende britanniche, che attingono abbondantemente alla manodopera europea, e non solo a quella altamente qualificata. Sono infatti oltre due milioni i cittadini provenienti da Paesi dell’Ue che lavorano nel Regno Unito, pari a circa il 7% della forza lavoro britannica. La Food and Drink Federation, la principale organizzazione del settore manifatturiero, ha tuonato: «Se questa è l’intenzione del governo allora indica una profonda mancanza di comprensione di quanto sia vitale il contributo dei lavoratori della Ue, a qualsiasi livello di competenza, nella filiera industriale».
Lanciano l’allarme anche i sindacati, secondo i quali la realizzazione del sistema svelato dal Guardian impedirebbe qualsiasi accordo con l’Europa per ottenere un periodo di transizione a conclusione delle trattative sulla Brexit.