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Elezioni tedesche:
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Dopo le elezioni statunitensi

la Germania alla prova delle bufale

di Lorenzo Capezzuoli Ranchi05 Settembre 2017
05 Settembre 2017

Il prossimo 24 settembre la Germania sarà chiamata alle urne per la cancelleria tedesca. Altra elezione, altro rischio che il voto venga clamorosamente modificato all’ultimo momento a causa delle fake news? Il dubbio è più che lecito: le ultime elezioni statunitensi, con il MailGate che ha travolto e sconfitto Hillary Clinton, sono il più lampante degli esempi di come la disinformazione, più o meno faziosa, abbia un grande potere nelle scelte di voto nell’epoca del Like & Share.

Il prossimo confronto politico vedrà contrapposti Angela Merkel, granitica cancelliera alla ricerca del quarto mandato da leader dell’unione cristiano-democratica, e Martin Schulz, storico Presidente dell’europarlamento e ora candidato con il Partito Socialdemocratico. Quello stesso Schulz che Silvio Berlusconi definì a Strasburgo “Kapò”, nel lontano 2003.

Sebbene la uscente Merkel mantenga un certo vantaggio nei confronti di Martin Schulz nella tornata elettorale del prossimo 24 settembre, il rischio di una escalation di bufale, notizie false o inesatte sembra comunque minore rispetto a quanto visto fino ad oggi.

La motivazione è la scarsa confidenza che il popolo tedesco ripone nelle notizie di difficile verificare, come se la tendenza al fact checking (il controllo sulla veridicità delle notizie) fosse già insita nella cultura teutonica. Il ruolo dei social network, Twitter in primis, è stato infatti molto più limitato nella diffusione di false o inesatte. Le più autorevoli testate cartacee e digitali inoltre, hanno portato avanti una politica di distruzione quasi istantanea delle notizie inesatte o false, precedendo di parecchio tempo ciò che altre testate straniere, come Le Monde ed El Pais, stanno cercando faticosamente di applicare di recente.

Dalle colonne digitali di Politico.eu però Mark Scott lancia un ultimo monito: è vero che la Germania è avanti agli Stati Uniti e alle altre culture, per quanto riguarda la divulgazione di fake news, ma ciò non vuol dire che sia un pericolo del tutto scampato.

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