Sul dramma vissuto da Mosul, che da quasi tre anni è ostaggio dello Stato Islamico, interviene con fermezza anche Papa Francesco. Il suo accorato appello è arrivato durante l’udienza generale a San Pietro, dopo la catechesi.
“Il mio pensiero va alle popolazioni civili intrappolate nei quartieri occidentali della città e agli sfollati per causa della guerra, ai quali mi sento unito nella sofferenza, attraverso la preghiera e la vicinanza spirituale”. Bergoglio ha cercato di sostenere chi non vede la luce in fondo al tunnel: “Vi incoraggio ad andare avanti e invito a pregare affinché l’Iraq trovi nella riconciliazione e nell’armonia tra le sue diverse componenti etniche e religiose, la pace, l’unità e la prosperità”.
“Nell’esprimere profondo dolore per le vittime del sanguinoso conflitto – ha ribadito il Pontefice – rinnovo a tutti l’appello ad impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo ed urgente”.
All’incontro era presente la delegazione delle sovraintendenze irachene, composta da rappresentanti di diversi gruppi religiosi, accompagnata da Sua Eminenza, il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “La ricchezza della cara nazione irachena sta proprio in questo mosaico che rappresenta l’unità nella diversità, la forza nell’unione, la prosperità nell’armonia” ha evidenziato in proposito Francesco.
Soddisfatto per l’intervento di Bergoglio, il sacerdote caldeo padre Thabet Habeeb Mekko, che è proprio originario di Mosul: “Grazie Santo Padre! Tutto il popolo e i cristiani iracheni hanno bisogno delle parole di sostegno del Papa”.