L’Istat rileva un calo a gennaio, rispetto al mese precedente, del fatturato (-3,5%) e degli ordinativi (-2,9%) dell’industria, dopo tre mesi di crescita congiunturale.
Per quanto riguarda il fatturato, la flessione risulta essere maggiore sul mercato estero (-5,4%) rispetto a quanto rilevato sul mercato interno (-2,3%). Gli ordinativi registrano, invece, un incremento sul mercato estero (+2,6%), coerentemente con il buon momento del nostro export, e una diminuzione su quello interno (-6,6%).
Dati però che non devono essere equivocati. Su base trimestrale infatti, la flessione registrata a gennaio non modifica la tendenza all’incremento. Negli ultimi tre mesi l’indice complessivo del fatturato risulta essere in crescita dell’1,7% rispetto ai tre mesi precedenti, con andamenti simili per il mercato interno ed estero.
Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato tiene in termini tendenziali dell’1,5% (+1,5% sul mercato interno e +1,3% su quello estero), anche se in decisa frenata rispetto all’exploit di dicembre (+9,4%). Guardando ai macro-comparti, gli indici destagionalizzati delle vendite segnano un incremento congiunturale per l’energia (+3,5%), mentre flessioni si registrano per i beni strumentali (-5,1%), per quelli intermedi (-3,5%) e per i beni di consumo (-3,4%).
Nella nota diffusa dall’Istat stamani si legge altresì che l’indice grezzo del fatturato cresce, in termini tendenziali, dell’8,2% su base annua. Il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dei beni intermedi.
Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+18,9%), mentre la maggiore diminuzione nel comparto manifatturiero riguarda le altre industrie, come quelle di riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-9,6%).
Nel confronto con il mese di gennaio 2016, l’indice grezzo degli ordinativi segna un incremento dell’8,6%. L’aumento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+21,6%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (-15,8%).