L’Austria ha ceduto. Fine delle resistenze. “Diamo avvio al processo di ricollocamento dei richiedenti asilo da Italia e Grecia”: arriva così, nel primo pomeriggio di oggi, il via libera del ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Sobotka. Dopo la firma dei Trattati di Roma, avvenuta sabato scorso a Roma e le pressioni da parte del Commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos, Vienna apre alla redistribuzione delle quote dei rifugiati.
E benché nei giorni scorsi il ministro della Difesa austriaco, Hans Doskozil, avesse ribadito ufficialmente la massima contrarietà all’accoglienza dei profughi, il suo governo ha gettato la spugna. Ma non per un cambiamento di idea, tutt’altro. “Lo facciamo per obbligo, e non per convinzione”, ha rimarcato infatti – provocatoriamente – il ministro dell’Interno austriaco. “Personalmente – ha sottolineato Sobotka – non sono d’accordo col meccanismo della redistribuzione in Europa dei richiedenti asilo, perché ritengo che costituisca un fattore di attrazione” per l’immigrazione.
Una resa molto condizionata, dunque. E neanche troppo mascherata. “Avviamo il processo”, ha spiegato, soltanto “perché non ci sono le condizioni per avere un’estensione della deroga ai trasferimenti concessa a Vienna, e perché deve essere rispettata la decisione legale del Consiglio europeo”.
Per Italia e Grecia, che si sono sobbarcate finora il peso dell’accoglienza,si tratta di una boccata di ossigeno: è l’atteso via libera alla ricollocazione di migliaia di migranti, attualmente bloccati nei centri di accoglienza italiani e greci. Questa mattina il Commissario europeo Avramopoulos, alla riunione dei ministri degli Interni Ue, non ha usato mezzi termini. “Basta con le scuse sui ricollocamenti. È il momento che tutti gli Stati membri facciano ciò che devono entro fine settembre”. Perché se finora il processo di ricollocamento dei rifugiati ha mostrato falle evidenti della collaborazione tra i paesi europei, dall’altro lato la revisione del regolamento di Dublino – che stabilisce le regole Ue per la gestione dei migranti – è naufragata sullo scoglio della contrarietà dei paesi dell’Est Europa.