Manca poco. Il 29 marzo la Gran Bretagna aprirà le porte alla Brexit. L’attivazione dell’articolo 50, previsto dal Trattato di Lisbona, stabilirà le regole per il divorzio tra Unione Europea e Inghilterra. È solo l’inizio di un percorso che durerà due anni: il tempo necessario per trovare un accordo tra autorità britanniche ed europee. Per martedì sarà prevista la consegna di una lettera, circa sette-otto pagine, al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Giovedì verrà poi pubblicato il documento sul ritiro dall’Ue, avviando così l’iter legislativo per l’uscita.
Il Regno disunito. Di fronte alla Brexit la Gran Bretagna sembra essere divisa. Solo due giorni fa 80.000 persone manifestavano a Londra, capitale e cuore del multiculturalismo europeo, per la permanenza nell’UE. Un fiume di persone, tra Piccadilly e Trafalgar Square, che rivendicava i propri diritti. «Sono Europeo. Ho 15 anni, rivoglio indietro il mio futuro» e «Il terrorismo non ci dividerà, la Brexit sì. Basta sonnanbulismo, basta questa follia» sono alcuni degli slogan presentati durante la manifestazione.
Ma il primo ministro Theresa May è intenzionata ad andare fino in fondo. Per il capo del governo sarà una settimana cruciale: è infatti previsto un tour, che porterà la May in tutte e quattro le nazioni del Regno Unito. Il primo ministro è pronta a convincere i suoi detrattori, definendo la Gran Bretagna come una “forza inarrestabile”.
Orgoglio scozzese. Il primo ostacolo della May si chiama Scozia. E la prima tappa del tour sarà proprio nella terra dei kilt. La May terrà oggi un discorso presso il Dipartimento per lo Sviluppo internazionale, prima di incontrare Nicola Sturgeon. Il primo ministro scozzese ha di recente promosso un secondo referendum per l’indipendenza. La Sturgeon ha richiesto pubblicamente a Westminster una data per la programmazione del voto, prima che il processo della Brexit sia completato. Ma a frenare le richieste degli scozzesi è lo stesso governo inglese, che, secondo le fonti di Downing Street, considera una seconda votazione prematura.