Un sospiro di sollievo il bollettino economico dell’Eurotower, che oggi ha confermato un miglioramento delle stime. Il caro-prezzi imposto dalla Bce, finora di severa implacabilità, non è ancora pronto a cambiare ma certamente ad allentarsi. I dati hanno confermato quanto riferito dal governatore Mario Draghi durante la conferenza stampa dopo il Consiglio direttivo. La ripresa economica cresce “in modo continuo” e si mantiene solida nel tempo. «Si prevede che la crescita mondiale resti sostenuta, sebbene modesta in termini storici» si legge sul documento. Le stime sul Pil prevedono una crescita reale dell’1,8% nel 2017 e fino all’1,6% nel 2020.
La grande “incertezza” tuttavia, si legge ancora, si concentra su tre fattori fondamentali. «La messa a punto delle nuove politiche dell’amministrazione statunitense», laddove Trump e le sue tanto incerte quanto preoccupanti mosse in politica estera continuano a rappresentare un grande punto interrogativo nella gestione di Francoforte. Allo stesso modo, più da vicino, «le future relazioni tra il Regno Unito e l’Unione europea» che obbligano la Banca Centrale alla massima cautela, specie dopo i primi segni di intesa tra Theresa May e Donald Trump. Ad aggiungersi c’è anche il graduale riequilibrio dell’economia cinese, che pur essendo la più propulsiva resta la meno prevedibile nelle ricadute globali.
Nonostante le polemiche dei cittadini tedeschi, che sostengono che la politica espansiva della Bce stia producendo molta inflazione, Draghi ribadisce che a questo incremento se ne aggiunge uno della stessa entità nella componente di beni alimentari ed energetici. A conclusione del documento, un accenno anche ai paesi gravati da debiti come Grecia ed Italia. Francoforte ha valutato “insoddisfacenti” i risultati ottenuti dai paesi a rischio sostenibilità del debito. «Nessuno degli stati ha attuato misure significative per rientrare nel Patto di Stabilità».