Altro macigno sulla politica interna francese, a quaranta giorni dalle elezioni presidenziali. Nel tardo pomeriggio di ieri il ministro dell’Interno, Bruno Le Roux, si è dimesso dal suo incarico. La decisione è arrivata in seguito all’apertura di un’indagine preliminare nei suoi confronti, da parte della Procura finanziaria di Parigi. Al centro dell’inchiesta l’assunzione in Parlamento delle figlie minorenni di Le Roux, ingaggiate come collaboratrici. Dopo lo scandalo sui presunti impieghi fittizi a moglie e figli in Parlamento, che ha colpito il candidato della Destra François Fillon, emergono adesso sospetti anche in casa socialista.
Il caso è scoppiato dopo uno scoop del “Quotidien”, che denunciava l’assunzione delle figlie di Le Roux in Parlamento. Diversi esponenti della politica francese hanno invitato il ministro a lasciare. Dopo 24 ore di riflessioni, e in seguito all’apertura dell’indagine in Procura, il ministro ha allora convocato d’urgenza i media: «Non voglio che questo caso danneggi il governo. Le mie responsabilità in materia di lotta al terrorismo, criminalità e gestione dei flussi migratori non permettono di prestare il fianco a nessuno. Per questo ho rimesso le mie dimissioni al presidente della Repubblica». Le Roux ha voluto precisare che quello delle figlie era un «lavoro estivo», utile per il curriculum ed anche un modo per stare più vicino alla famiglia, considerata la sua fitta agenda. Il Presidente François Hollande, dopo un colloquio con il ministro, ha accettato le dimissioni. Prende il suo posto il socialista Matthias Fekl.