Pochi giorni fa nel napoletano, un ragazzino di 13 anni appena compiuti, viene picchiato picchiato da tre bulli. Denuncia l’accaduto ai carabinieri e il padre scatta delle foto al volto tumefatto del figlio. Le pubblica su Facebook lanciando un appello a quanti sono vittime di questi episodi. Invita a denunciare: “Gli autori di tali soprusi non devono passarla liscia”. Il genitore ha utilizzato i social network per far sentire la propria voce, che si è fatta sentire perché il suo post è stato condiviso quasi 200mila volte.
Sono sempre di più i genitori che si interrogano su cosa fare. I pediatri della Sip, Società Italiana di Pediatria, hanno elaborato un vademecum insieme alla Polizia di Stato e Facebook (coinvolto visto il forte aumento di cyberbullismo). Una guida rivolta non solo ai ragazzi ma anche, e soprattutto, ai genitori, per aiutarli ad affrontare il disagio.
I consigli per i genitori sono molto elementari. Parlare con i figli sull’uso delle tecnologie, chiedendo quali siano per loro le informazioni che possono essere condivise sui social network. Tutto si concentra sull’uso della tecnologia, cercando di accompagnare il più possibile i figli, soprattutto i più piccoli.
I ragazzi di oggi sono cresciuti con internet, in collegamento costante, con i cellulari e le applicazioni. Le nuove tecnologie fanno parte delle loro vite rappresentando un’opportunità per il loro futuro. Ma si tratta di un’opportunità di cui occorre non abusare.
Infatti secondo il vademecum i ragazzi dovrebbero stabilire delle regole base prima di postare un commento o una foto.
Controllo della privacy, diffidenza dagli sconosciuti, segnalazione dei contenuti inappropriati senza aver paura di denunciare. Infine il consiglio più importante: “APRITI se hai un problema: un amico, i tuoi fratelli, i tuoi insegnanti, i tuoi genitori, un’associazione o le forze dell’ordine. Qualcuno potrà sicuramente aiutarti”.