“Colpendo me si vuole colpire Renzi e la stagione del riformismo, chi chiede le mie dimissioni è politicamente scorretto”. Questo il commento di Luca Lotti al termine della discussione cominciata con la relazione della senatrice Paola Taverna e terminata con il voto alla mozione di sfiducia presentata in Senato dal Movimento 5 Stelle. Il Ministro dello Sport è infatti indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip per rivelazione del segreto d’ufficio. Avrebbe infatti segnalato ai vertici dell’azienda l’esistenza di un’indagine in corso e la presenza di cimici negli uffici di via Isonzo.
Sono stati 161 i no, 52 i sì, 2 gli astenuti. Così il Senato ha respinto la mozione di sfiducia a Luca Lotti, presentata da M5S con l’obiettivo di far dimettere il Ministro dello sport. “Non ho mai avvisato l’ingegner Marroni di un’indagine in corso su Consip. Sostenere il contrario significa incorrere nel reato di calunnia. Questa rilevazione di segreto non c’è mai stata. La mozione di sfiducia mette in discussione quanto di più prezioso possegga: la mia moralità prima del mio ruolo politico. Respingo quindi con determinazione questo tentativo, sul piano dei fatti” si è difeso Lotti dopo l’intervento della Taverna.
Le indagini proseguono dopo la perquisizione dell’ufficio di un dirigente effettuata ieri dai Carabinieri nel palazzo di giustizia di Napoli: si tratterebbe di Emanuele Caldara, direttore generale per la gestione e la manutenzione del Palazzo di Giustizia di Napoli, indagato per concorso in corruzione con lo stesso Alfredo Romeo. Caldara, nell’ipotesi dei pm, avrebbe chiesto e ottenuto l’assunzione di una figlia presso l’azienda di Romeo in cambio dello sblocco di alcune fatture a favore della Romeo Gestioni che ha in appalto il servizio di pulizie nel Palazzo di giustizia.