Il sogno, la fiaba, l’astrattismo. Il colore che prende vita sulla tela. Le forme, le linee liberate dalla struttura della concretezza che danzano insieme, toccandosi e fondendosi, in un oltrepassamento dei limiti del reale. Che apre la porta al mondo dello spirito, a un viaggio interiore tra gli aspetti magici e onirici dell’esperienza della realtà. Il genio di Vasilj Kandinskij, artista sovietico padre della corrente della pittura astratta, è in mostra a Milano. Il suo linguaggio artistico radicalmente rivoluzionario, che unisce musica a pittura, ha riscritto la storia dell’arte contemporanea. Nei quadri dell’artista l’atmosfera che muta, dalla Russia zarista di fine dell’Ottocento fino alla rivoluzione bolscevica. Un percorso che da oggi è possibile ricostruire ammirando le opere esposte al Museo delle Culture di Milano, che fino al 9 luglio ospiterà la rassegna “Kandinskij, Il cavaliere errante”.
L’esposizione, nel centenario della Rivoluzione russa e a ridosso delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista, è un progetto fondato sulla metafora del viaggio come avventura dell’anima. Un viaggio che ripercorre l’evoluzione della poetica pittorica del fondatore dell’astrattismo, accompagnando il visitatore nel percorso della formazione dell’immaginario dell’artista. Oltre 49 dipinti e 85 incisioni stampe, tessuti e icone di Kandinskij, consentiranno allo spettatore di comprendere l’origine e lo sviluppo del codice simbolico dell’artista, in una sorta di pellegrinaggio attraverso la Russia, le sue immagini, le sue atmosfere.
Kandinskij amava ripetere: “Per anni ho cercato di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro”. Un itinerario che prosegue con la sezione dedicata al ‘cavaliere errante’, tema ricorrente della poetica di Kandinskij, in un susseguirsi di incisioni ispirate alle fiabe. Le opere, mai viste prima in Italia, provengono dai più importanti musei russi: l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Tret’jakov, il Museo di Belle Arti Puškin e il Museo Panrusso dell’Arte Popolare di Mosca.