Si intitola Crisis in Six Scenes (“Crisi in sei scene”) la prima serie girata da Woody Allen ed arriverà in Italia dal 24 marzo su Amazon PrimeVideo, il servizio di contenuti in streaming. Per il regista ottantenne si tratta del debutto nelle serie tv. Un esperimento che potrebbe rivelarsi un unicum, stando ad alcune dichiarazioni rilasciate nel maggio 2015, durante il Festival di Cannes: «È stato un errore catastrofico. Non so quello che sto facendo. Sono agitatissimo. Mi aspetto che sia un imbarazzo cosmico». A più riprese ha confessato di non aver mai visto neanche una serie tv: «Esco ogni sera e quando torno a casa, al massimo guardo la fine di una partita di baseball o di basket».
Lo show, composto da sei puntate da 30 minuti ciascuna, è una semplice commedia familiare ambientata negli anni Sessanta, in una famiglia tradizionale della classe media americana. Allen interpreta un personaggio molto alla Allen, di origini ebraiche e sposato con una psichiatra interpretata da Elaine May. La vita della famiglia cambia quando in casa arriva il personaggio interpretato da Miley Cyrus, molto meno tradizionale di loro.
Le recensioni che la critica ha riservato al regista sono, per adesso, tutte negative. Todd VanDerWeff di Vox ha scritto: «Crisis in Six Scenes è come un film fatto da Woody Allen, in cui non sono state eliminate le scene extra, ma sono state tagliate in modo arbitrario in sei puntate. Deprimente». Woody Allen disse – non si capì se scherzando o no – di aver accettato l’offerta per soldi, e Tim Goodman di Hollywood Reporter ha scritto che, guardando Crisis in Six Scenes si capisce che probabilmente non scherzava: «O non ha preso seriamente la cosa, o semplicemente ha fatto qualcosa che impallidisce se paragonato al suoi film». Charlie Lyne del The Guardian ha evidenziato come Allen sia ancora capace di pensare frasi profonde e divertenti, ma non più in grado di inserirle in una storia: «Un’idea che andrebbe bene se raccontata in 90 minuti è inutilmente e goffamente spalmata su sei ore e mezza».