Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che indice i referendum relativi «all’abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti» e «all’abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio», vale a dire i voucher. Come si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, la data stabilita per la consultazione referendaria è domenica 28 maggio.
«Ora il Governo fissi per quella stessa data sia il referendum che le elezioni amministrative», hanno commentato a caldo alcuni esponenti politici come la senatrice di Sinistra Italiana Loredana De Petris o Arturo Scotto del Movimento Democratico e Progressista.
Sul tema dei voucher – in un’intervista pubblicata oggi su Repubblica – la leader della Cgil Susanna Camusso ha dettato le condizioni per evitare il referendum: i buoni lavoro dovranno essere distribuiti solo a studenti, pensionati e disoccupati di lunga data per prestazioni occasionali ed accessorie. In più, spiega la Camusso, potranno essere «acquistati solo all’Inps e non in tabaccheria».
«Noi chiediamo la cancellazione di una forma di precarietà», specifica la leader Cgil, secondo la quale, però, non c’è stato alcun abuso nell’utilizzo dei voucher: «Le aziende che li utilizzano lo fanno in maniera legale. Ci troviamo, invece, di fronte all’ennesima legge che sostituisce lavoro ordinario e contrattato con i voucher».
Per la Camusso i buoni sono diventati il simbolo del degrado progressivo del lavoro in Italia. Un tema che, quindi, appassionerebbe gli italiani, permettendo così di raggiungere il quorum: «Le persone hanno ben colto la contraddizione tra ciò che veniva raccontato e ciò che realmente accade. Per questo sono convinta che il quorum si raggiungerà», prevede la sindacalista.
I voucher – nati per retribuire i lavoretti occasionali svolti da casalinghe o studenti e pensionati – oggi possono essere usati per qualunque attività, purché la remunerazione non superi i 7000 euro annui per lavoratore. Nel 2015 ben 1,4 milioni di italiani hanno utilizzato i buoni lavoro.