Scontro totale fra governo e sindacati sui voucher: se da una parte la leader della Cgil Susanna Camusso ha già raccolto le firme per un referendum, il governo Gentiloni cerca di scongiurare questa ipotesi.
Il voucher, o buono lavoro, viene utilizzato oggi, secondo l’Istat, dal 61% delle imprese: due milioni e 659 mila, che hanno utilizzato nel 2016-2017 oltre 133 milioni 827 mila buoni dal valore nominale di 10 euro.
Per contrastare l’uso massiccio di questo strumento, un’ipotesi sul tavolo è quella di mettere dei tetti e dei limiti, ritornando a quanto previsto dalla Legge Biagi: secondo le disposizioni della legge del 2003, i voucher resterebbero in uso solo per categorie domestiche, come colf, badanti ed assistenti. Ma questa possibilità è ormai tramontata.
Per scongiurare il quesito referendario, il governo prova a mettere dei paletti all’uso smodato dei buoni: ecco quindi che oltre all’uso familiare, i voucher potrebbero essere utilizzati anche dalle imprese unipersonali, quelle a zero dipendenti come bar e artigiani. Si calcola però che siano circa 2,5 milioni le attività di questo genere in Italia.
Una cosa è certa: la situazione voucher, simbolo del precariato, non può rimanere inalterata, ed i sindacati sono pronti a dare battaglia. Ieri, la stessa Camusso in vista dell’incontro odierno con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato che “è un accordo fantomatico, non è neanche pensabile”. Appuntamento quindi per oggi, alle ore 15:00 quando Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Gigi Petteni, segretari rispettivamente di Cgil, Uil e Cisl, raggiungeranno via Veneto 56, sede del Ministero del Lavoro. Ad oggi, il referendum sui voucher dovrebbe essere calendarizzato dal governo entro il 28 marzo prossimo.