Una forte esplosione, poi un intensa sparatoria. Questa la dinamica dell’attentato che ha colpito nelle prime ore della mattinata l’ospedale militare di Kabul, capitale dell’Afghanistan. Il bilancio provvisorio, come riferisce l’agenzia Pajhwok, è di quattro morti e sessantasei feriti. La struttura si trova in pieno centro, nel quartiere di Wazir Akbar Khan, poco distante dall’ambasciata americana e dal ministero della Salute. Era già stata interessata da un attacco kamikaze nel 2011. Qui infatti sono curati i componenti del servizio di sicurezza e i loro parenti.
L’attacco all’ospedale Sardar Mohammad Daud Khan è cominciato alle 9:05 ore locale e l’esercito afghano è entrato poco dopo le 12.00. Lo ha confermato oggi Dawlat Waziri portavoce del ministero della Difesa. Secondo Waziri, un primo militante si sarebbe fatto esplodere all’ingresso per consentire ai compagni di entrare. Un secondo invece sarebbe stato ucciso in uno scontro a fuoco all’interno dell’ edificio, mentre altri due ancora starebbero portando avanti l’attacco in possesso di armi leggere e bombe a mano. Tutti i pazienti sono stati evacuati attraverso le uscite di emergenza. Vittime anche tra i membri delle forze di sicurezza. Un soldato è rimasto ucciso nella sparatoria e altri tre sono stati feriti.
Secondo l’Isis il numero di vittime sarebbe ancora più alto. I miliziani dello stato islamico sono convinti di aver compiuto una vera e propria strage. Attraverso il suo organo di stampa Amaq i jihadisti hanno dichiarato che «fino ad ora i morti sono stati oltre 100».
Per Kabul pare non esserci pace. La città infatti negli ultimi mesi è stata soggetta a numerosi attacchi terroristici. Settimana scorsa, due attentati compiuti dai talebani, uno contro un commissariato e l’altro in un ufficio di intelligence hanno causato 29 morti e 122 feriti. Un mese fa invece 21 persone sono morte e oltre 40 sono rimaste ferite in un raid nel parcheggio davanti alla Corte Suprema.