La grande amarezza. A Paolo Sorrentino, napoletano doc, non potrebbe uscire titolo diverso per descrivere la serata di ieri in Champions degli azzurri. In città ci credevano davvero. In centinaia hanno passato la notte di lunedì sotto Palazzo Caracciolo, scelto dal Real Madrid come hotel. Obiettivo, disturbare il sonno dei giocatori.
Ieri invece, al San Paolo, i cancelli sono stati aperti alle 15. Alle 16 c’erano già 10mila persone. Da entrambe le curve coreografie imponenti in omaggio ai luoghi della città. La tensione palpabile si è liberata tutta all’urlo “the Champions”. A Fuorigrotta c’era un rilevatore per certificare la forza del boato, che è stato impressionante. Come il silenzio dopo i tre gol madridisti.
A fine partita poca voglia di parlare, solo di applaudire la squadra al tradizionale giro di campo. «Grazie ragazzi», recitava uno striscione. Grazie lo stesso per averci provato. Gli unici a gioire sono stati i tesorieri della società. Al San Paolo erano in 56mila, con un record d’incasso di 4,4 milioni di euro.