Secondo i dati dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le imprese in rosa sono in aumento: sono quasi 10mila le imprenditrici in più nel 2016, con una crescita, rispetto al 2015, dello 0,72%.
Le imprese a tinte rosa rappresentano oggi il 21,8% del totale delle imprese esistenti nel nostro Paese. Oltre il 70% dell’impresa femminile italiana si concentra in cinque settori produttivi: commercio, agricoltura, servizi di alloggio e ristorazione, altre attività dei servizi e manifattura.
Mentre le imprese al femminile rappresentano circa un quinto del lavoro totale, alcuni comparti e settori registrano invece una preminenza del rosa, ed i dati riportati dall’Ansa parlano chiaro: nelle “altre attività dei servizi”, le imprese femminili (circa 120mila) sono oltre la metà delle attività di questo settore, primeggiando nei servizi alla persona. Le 15.200 imprese femminili della sanità rappresentano invece circa il 38% del totale e sono determinanti soprattutto nell’assistenza sociale residenziale e non residenziale. Nel settore del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, le 50mila aziende guidate da donne sono il 26% del totale, grazie soprattutto alla elevata presenza tra le agenzie di viaggio e servizi per tour operator.
Infine, se le 97mila imprese femminili del settore manifatturiero rappresentano meno del 17% del totale, in alcuni segmenti fortemente legati al “Made in Italy” la creatività femminile trova modo di esprimersi al meglio. È il caso delle attività di confezione di articoli di abbigliamento, ambito nel quale le imprese femminili sono il 43% del totale, così come tra le industrie tessili (quasi il 30%) e nella fabbricazione di articoli in pelle (25%).
A livello regionale, prosegue l’Osservatorio di Unioncamere, Molise, Basilicata e Abruzzo sono le regioni in cui il tasso di imprenditorialità femminile raggiunge i livelli massimi, mentre Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto quelle in cui l’incidenza delle imprese femminili sul totale è più bassa.