Si avvicina la nomina del nuovo assessore all’Urbanistica del Comune di Roma che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, dovrebbe essere l’architetto 52enne Luca Montuori. L’ufficialità è attesa nella giornata di oggi, dopo la riunione tra Virginia Raggi e i consiglieri pentastellati, a cui il sindaco sottoporrà la nomina di Montuori.
Il possibile successore di Paolo Berdini, dimessosi a metà febbraio, è già all’interno dell’amministrazione del Campidoglio, in quanto capo segreteria dell’assessore alla cultura e vicesindaco Luca Bergamo, che ha fortemente caldeggiato il suo nome. Se nominato, Montuori avrà subito sul tavolo i lavori più importanti, ma anche scottanti, che in questi mesi hanno scosso e non poco l’amministrazione grillina. Non solo il progetto sullo stadio della Roma, ma anche le questioni relative agli ex mercati generali, ai piani di zona e, non di poco conto, il nodo sulle periferie della Capitale. In particolare il progetto sul nuovo impianto sportivo richiederà una spinta per rispettare il termine ultimo fissato dalla Regione il prossimo 30 aprile, ma anche lo studio per risolvere i problemi legati ai vincoli del Mibact e per non snaturare l’opera, che deve comunque rientrare in un piano di interesse pubblico.
Il candidato all’assessorato, con un lungo passato a fianco di Walter Veltroni, non è un vero e proprio urbanista, ma, laureato in architettura alla Sapienza nel 1993, vanta un dottorato sui temi del paesaggio contemporaneo e numerosi progetti con i quali ha partecipato – ricevendo premi e menzioni – a concorsi internazionali. Attualmente è anche membro del Comitato Scientifico della Casa dell’Architettura di Roma ed è stato consulente per lo svolgimento delle procedure concorsuali dell’Unità Operativa 11 del VI dipartimento urbanistica del Comune di Roma.
Ad accogliere positivamente la sua possibile nomina Giovanni Caudo, l’ex assessore all’urbanistica della giunta Marino, che ha parlato – come riporta il Corriere.it – di «un’ottima scelta per mettere un po’ d’ordine in questa situazione così deprimente.