Il mese di marzo ha portato una grande novità in Borsa: anche Snapchat è arrivata a Wall Street. La Snap Inc, società che ha dato alla luce il servizio americano di messaggistica istantanea su smartphone e tablet, nonché gli occhiali Spectacles, ha avviato l’Offerta Pubblica Iniziale (IPO). L’offerta dei titoli ha permesso di vendere circa 200 milioni di azioni. Il prezzo precedentemente fissato per ognuna di esse era compreso tra i 14 e i 16 dollari, ma alla fine si è alzato a 17. Ciò ha comportato, per la Snap Inc, una raccolta di 3,4 miliardi di dollari, per una valutazione complessiva della società che supera i 24 miliardi di dollari. Si tratta di azioni prive del diritto di voto. Ciò permetterà ai fondatori Evan Spiegel e Bobby Murphy di rimanere comunque in possesso della società, con quote valutate intorno ai 4,3 miliardi di dollari ciascuna.
La piattaforma di Snapchat permette agli utenti di postare dei messaggi, corredati da foto o video, che svaniscono dopo un’ora. Un’applicazione sempre più in voga tra i ragazzi, ma utilizzato anche da molti adulti. Il suo ingresso nel mercato azionario potrebbe portare nuovo entusiasmo. Se i valori verranno confermati dai test di oggi, si tratterebbe del più grande debutto in Borsa di una società dall’ottobre del 2014, quando era stato il turno di Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce. Un dato importante, se si considera che quello conclusosi da poco è stato l’anno peggiore dal 2009. Un esito positivo dell’Ipo darebbe fiducia a tutte le startup tecnologiche con una valutazione superiore al miliardo di dollari, le quali potrebbero essere incoraggiate a quotarsi in Borsa. Le società che soddisfano tali requisiti, chiamate unicorn, sono circa 150. Si tratterebbe di una buona ondata di quotazioni. La situazione cambierebbe se invece il prezzo delle azioni di Snap Inc dovesse calare al di sotto dell’Ipo.
Una situazione perciò delicata, considerando anche che la società sta vivendo un periodo di pressione. Altre applicazioni come Facebook, tra cui Instagram e Whatsapp, hanno portato su tutte le proprie piattaforme alcuni servizi simili: le “Storie”. In più, i dati forniti dalla stessa azienda in vista del collocamento in Borsa evidenziano una frenata nella crescita di utenti. E secondo alcune indiscrezioni, la Consob americana, la Sec, starebbe valutando un intervento per mancanza di trasparenza nell’operazione.