Il polverone resta alto sul caso Consip, la Concessionaria dei servizi informativi pubblici, dopo il racconto del dirigente pentito Marco Gasparri, reo di aver intascato una delle tangenti. Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano in arresto da ieri, lo avrebbe informato di aver agito sul “livello politico più alto” per ricevere dalla Consip un trattamento di favore sulle gare d’appalto. Tra le quali campeggia quella da 2,7 miliardi di euro, con l’importo più rilevante in Europa. Impossibile non collegare questa affermazione di Romeo all’appunto ripescato dalla spazzatura nel suo ufficio romano, su cui si leggeva: “30.000 euro a T”. Nel tentativo di rintracciare l’identità dietro quella lettera, il nome di Tiziano Renzi torna prepotentemente davanti al gip Gaspare Sturzo.
Pregnante la testimonianza di Alfredo Mazzei, commercialista napoletano legato a Romeo da un’amicizia giovanile e a Renzi dalla sua militanza prima nel Pci e poi nel progetto Pd in cui, dice, «ho creduto dall’inizio». Mazzei parla con Repubblica per la prima volta dopo il suo interrogatorio con i pm, riferendo di un uomo che fungeva da contatto tra Romeo ed il padre di Matteo Renzi. Carlo Russo, imprenditore in campo farmaceutico e molto legato alla famiglia Renzi, avrebbe fatto da tramite tra i due uomini durante una cena segreta in una “trattoria senza pretese”, per parlare di affari. Addirittura – riferisce Mazzei – Romeo dovette entrare dall’ingresso riservato. Dopo quell’incontro, Romeo saldò un conto di 70mila euro ad una ditta di catering fiorentina, dalle intercettazioni telefoniche Russo lo sollecitò a farlo come “favore personale” a Renzi senior.
Nel frattempo, tace Matteo Renzi e, con lui, il direttorio Pd. Nonostante sia previsto già per venerdì l’interrogatorio di suo padre, l’ex premier non si è espresso se non ribadendo la sua fiducia nella magistratura. L’ingegnere Luigi Marroni, a capo della Consip dal 2015, è un corregionale dei Renzi e conosce bene Tiziano. Avvisato della presenza di cimici nel suo ufficio, le avrebbe fatte rimuovere immediatamente. Sulla questione si dichiara parte offesa, ribadendo che dal 2012, anno in cui è accaduto il fatto con Romeo, i controlli sono stati aumentati e rinforzati. «La Consip fa un grande servizio allo Stato – dice Marroni – il disonore della cronaca non dovrebbe impattare sul lavoro di centinaia di persone oneste.»