È caduto l’ultimo divieto del velo islamico nelle istituzioni in Turchia. Dopo l’autorizzazione ad indossarlo nei pubblici uffici, tra le forze di polizia e nelle università, le donne potranno coprire il loro volto anche nell’esercito. Il Ministero della Difesa turco ha fatto sapere infatti di aver emanato un regolamento, in fase di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di Ankara, che permette alle soldatesse turche di seguire i dogmi dell’Islam. Il velo dovrà essere obbligatoriamente dello stesso colore della divisa e non dovrà contenere alcun disegno. Il nuovo diritto verrà garantito non soltanto alle donne che hanno già avviato la loro carriera nelle Forze armate, ma anche nelle accademie militari. Il velo islamico dovrà essere indossato sotto i berretti e gli elmetti, ma non dovrà coprire totalmente il volto. Il divieto di indossare il velo nelle istituzioni pubbliche esiste in Turchia dagli anni Ottanta. L’esercito era l’ultima di esse in cui era ancora in vigore la proibizione.
La laicità delle istituzioni turche, uno dei valori fondanti su cui si basò la repubblica creata da Mustafa Kemal Atatürk nel 1923, secondo l’attuale presidente Recep Tayyip Erdogan è un retaggio del passato. Una tradizione definita come il simbolo dell’oppressione delle élites laiche nei confronti della maggioranza silenziosa del Paese. Erdogan ha da sempre costruito la propria politica sulla sua religione, provocando negli anni numerose polemiche. Nel 2013, quando ricopriva il ruolo di premier, gran parte dei divieti nella vita pubblica erano stati già rimossi. Al punto che i partiti laici lo hanno accusato di voler istituire una vera e propria “agenda islamica”. È successo quando Erdogan ha portato in Parlamento numerose deputate con il velo, o al governo alcune ministre. Adesso, a due mesi da un appuntamento elettorale come il referendum sul presidenzialismo che si terrà il 16 aprile, Erdogan ha concesso il velo alle donne del proprio esercito, dopo che settimana scorsa aveva dato avvio ai lavori per la costruzione di una moschea a piazza Taksim, altro simbolo della laicità del Paese. Tutte mosse utili a rafforzare il consenso della sua base più conservatrice.