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Cinquantamila accademie
per dominare nel calcio
la Cina guarda ai giovani

Progetto di Federazione e Governo

"Vincere un Mondiale entro il 2050"

di Carmelo Leo22 Febbraio 2017
22 Febbraio 2017

Pioggia di milioni dalla Cina. Ma attenzione: non si tratta di euro, bensì di nuovi calciatori. Il vicepresidente della Federazione, Wang Dengfeng, ha spiegato che la Lega cinese vuole istituire cinquantamila nuove accademie calcistiche entro il 2025. Con l’apertura di tutte le scuole in programma, si lavorerà poi per creare nei prossimi decenni 50 milioni di nuovi calciatori. «Questo è il modo più efficace per selezionare i talenti per il nostro futuro – ha dichiarato Wang – Migliorare il calcio cinese non è più solo un sogno». L’obiettivo è diventare una superpotenza anche nel calcio. Per far germogliare una cultura calcistica in un Paese che storicamente non eccelle nello sport, non sono state giudicate sufficienti dalla Federazione le ventimila nuove accademie già in cantiere, da realizzare entro il 2020, come previsto da un piano governativo.

La Cina è una potenza economica, commerciale e demografica, ma non è mai stata una nazione con il culto del rettangolo verde di gioco. Lo dimostrano i pochissimi giocatori orientali arrivati al calcio che conta, come anche il numero delle qualificazioni della Nazionale cinese ai Mondiali: una sola, nel 2002. Da qui la volontà del presidente cinese Xi Jinping di dare priorità al progresso calcistico della nazione. Così la Federazione cinese avvierà l’iter di formazione dei giovani calciatori. Wang Dengfeng ha infatti fatto sapere che ciascuna delle cinquantamila accademie dovrà essere in grado di formare mille nuovi calciatori. La moltiplicazione è facile. Una nuova leva di calciatori che possa portare, secondo i programmi, la Cina a vincere una fase finale del Mondiale entro il 2050.

Cambio di rotta. Finora l’approccio al calcio della Cina è stato basato essenzialmente sul denaro. Negli ultimi anni investitori cinesi hanno immesso capitali freschi nel calcio europeo, acquisendo la proprietà di diversi top club. La valorizzazione della Super League cinese si è basata sull’acquisto di alcuni dei più forti calciatori al mondo, a fronte di stipendi stellari. Il governo ha anche ordinato la costruzione di 70.000 campi di calcio per colmare le lacune nel settore giovanile. Milioni di euro investiti anche per favorire l’ingresso nei club cinesi di importanti personaggi del calcio: si pensi a Fabio Cannavaro, attuale tecnico del Tianjin Quanjian, o a Marcello Lippi, ct della Nazionale cinese. Nei mesi scorsi poi si era parlato di regolamentare gli investimenti cinesi nel calcio. È stato anche ridotto a tre il numero di stranieri che si possono schierare contemporaneamente in una partita. Adesso la Cina punta anche sulle scuole calcio. Quando nel 1793 Giorgio III d’Inghilterra chiese alla Cina una collaborazione commerciale, l’Imperatore Chien Lung gli rispose: «Non abbiamo bisogno di niente. Possediamo già tutto». Finora la Cina calcistica ha comprato da fuori ciò che non aveva. Eppure alla Federazione piacerebbe, tra qualche anno, ripetere ai club europei le parole di Chien Lung. E in fondo ci sperano anche in Europa.

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