Ha formalizzato le dimissioni da segretario del Pd. Così Renzi ha dato il via libera per il congresso dem, che, da statuto, non potrà spingersi oltre i quattro mesi a partire da oggi. La minoranza, però, sembra volere la scissione. In realtà, il “triumvirato” composto da Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza si è dato ancora due giorni prima di tirarsi fuori, per verificare la disponibilità di Renzi a fare una mossa politica forte che scongiuri la divisione. Partendo dai dati certi, si sa che Renzi tornerà in campo il 10 e 11 marzo al Lingotto di Torino, dove nacque il Pd, e che la minoranza chiede che il congresso non si chiuda prima dell’autunno.
Non si sa, invece, chi saranno gli avversari di Renzi, considerando che Rossi e Speranza sembrano voler attaccare il renzismo da fuori il partito. Una candidatura possibile è quella di Cesare Damiano. Nel suo intervento, infatti, ha affermato di non riconoscersi nel monocolore renziano. Nel frattempo, Andrea Orlando, Gianni Cuperlo e lo stesso Damiano hanno sancito una nuova area dentro al Pd. Un punto interrogativo pendeva proprio su Andrea Orlando, che nelle scorse settimane era stato ambiguo sulla sua posizione. Il ministro della Giustizia non aveva escluso la propria candidatura al prossimo congresso, ma dal momento che la vittoria di Renzi sembrava scontata, non era chiaro se avrebbe supportato l’ex premier o se sarebbe passato dalla parte della minoranza. A sostenere l’ex premier saranno probabilmente Franceschini e Veltroni, il quale nel suo intervento si è schierato in favore di Renzi.
Per quanto riguarda la scissione, il mese scorso D’Alema ha affermato che un nuovo partito di sinistra potrebbe tranquillamente superare il 10% per cento. Secondo Ipsos, però, un partito di D’Alema non andrebbe oltre l’8-9%. Non è da escludere una coalizione tra un nuovo partito Emiliano-Speranza-Rossi e Sinistra Italiana, ora guidata da Nicola Frantoianni. Un’altra coalizione potrebbe essere quella tra Pd e Alfano, per permettere al nuovo Partito Democratico di recuperare il 4% che, secondo l’istituto EMG, rischia di perdere con la scissione. Sempre secondo Ipsos, Renzi verrebbe rieletto segretario con il 59% circa dei voti, mentre Emiliano si fermerebbe solo al 10%, che è sempre 2 punti in più di quanto prenderebbe Rossi. Speranza, addirittura, non andrebbe oltre il 5%. In poche parole, neanche insieme il “triumvirato” potrebbe vincere su Renzi. Secondo l’Istituto Ixè, il 64% degli elettori confermerebbe l’ex segretario, mentre il 18% punterebbe su Andrea Orlando e il 12% su Emiliano.
Se il centrosinistra si presentasse unito e compatto potrebbe avvicinarsi all’agognato 40%, necessario per ottenere il premio di maggioranza.