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Ok al decreto salva banche
pronti 20 miliardi di euro
per la ricapitalizzazione

Via libera dalla Camera con 246 sì

Gentiloni: "Per famiglie e aziende"

di Valerio Toma17 Febbraio 2017
17 Febbraio 2017

Il decreto “salva-risparmi” è legge. Lo ha approvato ieri la Camera in modo definitivo con 246 sì dopo una doppia fiducia. «Un passo avanti per garantire più sicurezza economica a famiglie e imprese», ha dichiarato soddisfatto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ma le opposizioni non sono d’accordo. Per Forza Italia è un decreto «iniquo, confuso e inapplicabile», mentre la Lega lo definisce un decreto senza nessuna strategia economica. Ma in cosa consiste lo scudo salva risparmio?

Sul piatto sono previsti 20 miliardi, che Bankitalia ha stanziato per le ricapitalizzazioni precauzionali e le garanzie sulle operazioni di liquidità. Sono 6,6 i miliardi di euro che serviranno per coprire le operazioni di ricapitalizzazione precauzionale del Monte Paschi di Siena. Bankitalia ha inoltre previsto un fondo di risoluzione di altri 1,5 miliardi per salvare tre delle quattro banche in dissesto (Nuova Banca Etruria, Nuova Banca Marche e nuova Cassa di Risparmio di Chieti).

Sono poche le modifiche del Parlamento sul decreto, i cui contenuti erano già ampiamente concordati con le autorità europee. Nulla da fare per le cosiddette “black list” dei debitori e delle banche in crisi: non saranno pubblicati i nomi, ma solo i profili di rischio.

Tra le novità rientra l’applicazione del burden sharing. La procedura sarà alleggerita grazie all’acquisto di bond senior, ma solo per le obbligazioni subordinate acquistate prima dell’entrata in vigore del bail-in, avvenuta il 1 gennaio 2016. Nel pacchetto sarà prevista una norma anti-speculatori: verrà posto un limite al riacquisto delle operazioni, che il risparmiatore ottiene con l’applicazione del burden sharing fissato al prezzo dei bond subordinati. Sono infine delineati i criteri di valorizzazione delle azioni delle banche richiedenti la ricapitalizzazione e i tetti massimi di remunerazione dei manager degli istituti che vanno in ricapitalizzazione pubblica.

Le banche in risoluzione avranno tempo fino al 31 maggio 2017 per aderire ai rimborsi forfettari dell’80% dovuti ai clienti dei quattro istituti di credito in dissesto.

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