Per tutti era il “Maestro dell’Arte Povera”. Jannis Kounellis, noto pittore e scultore, è morto nella notte a Roma all’età di 80 anni. Dopo aver lasciato la Grecia a 20 anni, considerava la “Città Eterna” come la sua nuova casa. Aveva scelto l’Italia per vivere, lavorare e creare le sue opere provocatorie. Il suo ingegno, spesso spiazzante e destinato a far discutere, ha rivoluzionato il mondo dell’arte italiana e non solo. Creatore di un linguaggio in continua evoluzione, Kounellis si affermò anche nel panorama internazionale. Nato al Pireo nel 1936, il greco era apprezzato da un pubblico variegato.
“Oggi è un giorno triste, ci ha lasciato un grande maestro, italiano per adozione, che con la sua opera ha segnato l’arte contemporanea”, ha cinguettato su Twitter il ministro della cultura Franceschini. Autore di installazioni e performance memorabili, l’artista ha dato vita a capolavori riconosciuti dell’arte contemporanea, come i cavalli legati alle pareti della galleria “L’Attico” (1967), la famosa Porta chiusa di San Benedetto del Tronto e i buoi macellati di Barcellona (’89). ”Non ho il senso del cavalletto”, ammetteva Kournelis con un filo di ironia.
Kounellis stava lavorando, inoltre, alla realizzazione di un’opera a Trento in ricordo di Mauro Rostagno, sociologo, giornalista e attivista, vittima di un agguato mafioso nel 1988, che l’artista greco aveva conosciuto personalmente. La sua morte, però, rischia di bloccare l’iniziativa, fortemente voluta dalle associazioni nate in memoria di Rostagno.