La Procura finanziaria nazionale francese ha fatto sapere oggi che l’inchiesta su François Fillon, candidato della destra francese alle presidenziali, andrà avanti. La Procura ha ricevuto infatti ieri il rapporto della polizia dell’ufficio centrale di lotta contro la corruzione sull’indagine che ha travolto l’ex primo ministro francese, la moglie Penelope Clarke e i due figli maggiori, Marie e Charles. L’accusa è di appropriazione indebita e abuso di ufficio. E i molti elementi raccolti fin qui dalla Procura non permettono, allo stato attuale, di archiviare quello che è stato da subito definito Penelopegate.
Il caso. L’inchiesta preliminare sui danni all’erario dei coniugi Fillon è stata aperta il 25 gennaio. Sotto osservazione della Procura è l’incarico di assistente parlamentare svolto da Penelope tra il 1998 e il 2006, prima del marito e poi del suo successore come deputato della Sarthe. Un’attività che le avrebbe fruttato oltre 500.000 euro lordi. La legge francese permette l’affidamento di incarichi del genere ai parenti dei parlamentari. A non essere giustificati sono invece i pagamenti di lavori in realtà mai svolti. Secondo l’accusa, in quegli anni Penelope non ha mai accennato al suo impegno politico, e nessuno l’ha mai vista al lavoro alla Camera. Qualche giorno dopo, inoltre, l’indagine è stata estesa anche ai due figli della coppia. Secondo il settimanale Le Canard Enchainé, lo stesso che ha fatto partire l’inchiesta, anch’essi sono stati remunerati come assistenti parlamentari, tra il 2005 e il 2007. Per una somma di circa 80.000 euro.
La reazione. Fin dall’inizio Fillon si è detto stupito, chiedendo di essere ricevuto in tempi brevi dalla Procura per chiarire la sua posizione. Settimana scorsa, poi, i suoi avvocati hanno chiesto la sospensione dell’indagine preliminare per incompetenza della Procura finanziaria rispetto al caso in questione. Ma la Procura, dopo l’annuncio di ieri, andrà avanti. Duro uno degli avvocati della famiglia Fillon, Antonin Lévy: «L’inchiesta, peggio ancora, viola i principi di separazione dei poteri», ha fatto sapere in mattinata. Una situazione sempre più in salita, quella del vincitore delle primarie di novembre tra i Repubblicani. La sua già difficile campagna elettorale dovrà tener conto anche di questo problema non lieve.