Ieri sera il Parlamento della Romania ha approvato all’unanimità dei presenti un referendum che avrà come tema la lotta alla corruzione. La misura era stata proposta dal presidente della Repubblica Klaus Iohannis. Non sono ancora chiare né data di votazione né tantomeno il quesito o i quesiti che saranno sottoposti ai romeni. Ma quel che è certo è che si tratta di una mossa volta a distendere il clima sociale, rovente da due settimane.
Il 31 gennaio scorso il governo guidato dal socialdemocratico Sorin Grindeanu aveva approvato un decreto che depenalizza alcuni reati di corruzione e condona 2.500 condannati. In particolare, le pene sarebbero state ridotte in caso di danno provocato allo Stato inferiore a 44mila euro. E’ da quel giorno che nel Paese si sono registrate continue manifestazioni di piazza. L’apice è stato raggiunto il 5 febbraio. Quel giorno, centinaia di migliaia di persone sono scese per strada in tutta la Romania per chiedere le dimissioni del governo Grindeanu. Secondo i media romeni, si è trattato della più grande manifestazione popolare dai tempi delle proteste contro Ceaușescu.
Proprio il 5 febbraio, il premier romeno ha bloccato il cosiddetto decreto ‘salvacorrotti’. Poi, l’8 febbraio si è dimesso il Ministro della Giustizia, Florin Iordache, autore del provvedimento. Ma questo non ha fermato l’indignazione del Paese. Ancora nei giorni scorsi, infatti, in decine di migliaia di persone hanno continuato a chiedere le dimissioni di Grindeanu. Ieri in 3.000 hanno affollato Piazza della Vittoria a Bucarest, sede del governo.
Grindeanu, salito al potere dopo le elezioni dello scorso dicembre, ha sempre detto che rifiuta di dimettersi. In questo è appoggiato dal presidente Iohannis, il quale però ha sempre osteggiato il decreto ‘salvacorrotti’. Iohannis aveva anche chiesto al premier di ritirare il provvedimento. L’ultimo report di Transparency International indica la Romania come il 57° Paese con la corruzione percepita più alta al mondo, il quarto nella UE dietro, nell’ordine, Bulgaria, Grecia e Italia.