Nuovo passo avanti nelle indagini sul rapporto tra politica e ‘ndrangheta condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Nella giornata di ieri è infatti arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per il senatore di Grandi Autonomie e Libertà, Antonio Caridi, e per altre 82 persone. Associazione mafiosa, voto di scambio, violazione della legge Anselmi, corruzione, estorsione, truffa, falso ideologico e rivelazione di segreti d’ufficio: sono questi i capi d’accusa, a vario titolo, per gli imputati. Tra questi, figurano l’avvocato Giorgio De Stefano, l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’ex sottosegretario della Regione Calabria Alberto Sarra, ed il dirigente della Regione Calabria Francesco Chirico. Tutti presunti membri di una cupola riservata al vertice della ‘Ndrangheta, che agiva tramite l’uso deviato del ruolo pubblico dei suoi affiliati.
Una vera e propria strategia criminale, con cui decidevano destini politici e influenzavano le istituzioni, sgominata grazie al duro lavoro dei pm della Dda reggina Roberto Di Palma, Giulia Pantano, Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino e Walter Ignazitto. Ad inizio anno erano state riunite in un unico processo tutte le maggiori inchieste del 2016: cinque diversi filoni investigativi, noti con i nomi di “Mammasantissima”, “Sistema Reggio”, “Fata Morgana”, “Reghion” e “Alchimia”.
Il nome più altisonante tra gli indagati è ovviamente quello di Antonio Caridi, parlamentare che si era costituito nell’agosto scorso presso il carcere di Rebibbia. Ciò era avvenuto dopo che al Senato, nello stesso giorno, era stata votata l’autorizzazione all’arresto del senatore di Gal, non più protetto quindi dall’immunità parlamentare. Tramite quel provvedimento fu possibile applicare ai suoi danni l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip. Rimane adesso da attendere la fissazione della data dell’udienza preliminare davanti al Gup di Reggio Calabria.