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HomeCronaca Longarini, ulteriori indagini ad Aosta per l’ex pm. Si aggravano le accuse

Longarini, nuove indagini
ad Aosta per l'ex pm
si aggravano le accuse

Il Gip indaga sul rapporto con Cuomo e

sul ruolo di altri imprenditori

di Michela Eligiato08 Febbraio 2017
08 Febbraio 2017

L’ex pm di Aosta Pasquale Longarini, noto alla stampa per il caso di Anna Maria Franzoni, e l’imprenditore valdobbiano Gerardo Cuomo sono stati accusati di indebita induzione. Dopo gli interrogatori di garanzia, si è rafforzata agli occhi degli inquirenti “la gravità degli indizi di colpevolezza”, secondo quanto riportato dal gip Giuseppina Barbera nella sua ordinanza.
Sempre nell’interrogatorio è emerso che effettivamente Longarini si è reso disponibile più volte per risolvere “problematiche personali o lavorative” dell’imprenditore.
Nello specifico, l’ex pm di Aosta è accusato di aver fatto pressioni per far ottenere a Cuomo un contratto di fornitura con un noto albergo di Courmayeur, si parla di guadagni compresi tra i settanta e i centomila euro. Inoltre, Longarini è accusato anche di favoreggiamento, dopo aver informato l’amico di essere controllato per indagini da parte del Dda, volte ad accertare gli eventuali rapporti che Cuomo avrebbe intrattenuto con personaggi legati alla ‘ndrangheta. Agli occhi del gip sembra oltremodo strano che, dopo che l’ex pm è venuto a conoscenza dei fatti, non abbia diradato le frequentazioni con l’imprenditore, ma che anzi, l’abbia addirittura segnalato per la fornitura dell’albergo di Courmayeur.
Si è parlato anche del viaggio in Marocco che i due hanno fatto a spese di altri due imprenditori, uno dei quali, è Claudio Leo Personettaz, che ha interessi immobiliari in Repubblica Ceca. Per questo motivo, “occorrerà accertare la natura dei rapporti intrattenuti dal dottor Longarini con altri soggetti emersi nell’indagine”. Sempre nell’esposto del gip si legge di come l’ex pm non è riuscito a dare risposte plausibili anche in merito ad un’altra faccenda: ha infatti ricevuto nel 2013 e nel 2014 due bonifici bancari per 55mila euro. Secondo il gip Giuseppina Barbera gli elementi raccolti sono “attuali e concreti” e per questo motivo ha già respinto sia la revoca che la sostituzione di misura coercitiva, richiesta dai legali dei due.

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